Cerca

LUTTO

Addio Giorgio, re della satira politica

E' mancato Forattini, il noto giornalista

E' mancato Forattini, il noto giornalista

Si è spento a 94 anni Giorgio Forattini, il vignettista che ha cambiato il modo di raccontare il potere in Italia. Nato a Roma nel 1931, è stato un pilastro della satira e del giornalismo, collaborando con testate come La Repubblica, Panorama, La Stampa e Il Giornale, che per primo ha dato notizia della sua scomparsa avvenuta a Milano. I funerali si terranno giovedì 6 novembre nella chiesa di Santa Francesca Romana, nel capoluogo lombardo.

Considerato il “Re della satira”, Forattini è stato il primo a portare la vignetta satirica in prima pagina ogni giorno, trasformando il suo tratto ironico e graffiante in un appuntamento fisso per i lettori. La sua carriera decolla nel 1974, con la celebre vignetta su Amintore Fanfani rappresentato come un tappo che vola fuori da una bottiglia dopo il referendum sul divorzio: un’immagine destinata a diventare iconica.

Nel corso di oltre mezzo secolo e con più di 14mila vignette realizzate, Forattini ha raccontato la vita politica italiana attraversando stagioni drammatiche e capovolgimenti storici: dagli Anni di Piombo alle stragi di mafia, passando per Mani Pulite e la transizione dalla Prima alla Seconda Repubblica. Il suo sguardo satirico non ha risparmiato nessuno, e il suo nome è comparso anche in aule di tribunale, come nel caso della querela di Massimo D’Alema nel 1999 sul dossier Mitrokhin.

Forattini ha trasformato i politici in personaggi simbolici, riconoscibili con un solo tratto: Giulio Andreotti “multiforme”, Bettino Craxi col busto da Duce, Enrico Berlinguer in vestaglia alla finestra, Umberto Bossi cavaliere padano, Romano Prodi parroco di campagna. Un teatro satirico dove la caricatura diventava racconto sociale, e gli animali, da Topolino per Giuliano Amato a cinghiale, volpe, rospo e gallina per altri protagonisti della politica, diventavano metafora dei caratteri pubblici.

Sono molto affezionato alle vignette su Spadolini, nudo, innocente come un putto”, raccontò in occasione dei suoi 90 anni. Una frase che sintetizza la sua capacità di colpire senza mai abbandonare un’ironia assoluta, mai neutrale, sempre lucida.

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha parlato della scomparsa di “un talento di eccelsa qualità capace di leggere e interpretare la politica italiana con intelligenza e coraggio”. Per Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, se ne va “una figura che ha segnato la storia della politica e del costume a cavallo di due secoli”, lasciando un’eredità fatta di risate amare e verità disegnate.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400