VOCE
l'allarme
07.11.2025 - 20:00
I sindacati di categoria Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno proclamato lo stato di agitazione del personale civile non statunitense impiegato presso le Forze armate Usa in Italia.
Alla base della mobilitazione, spiegano, il mancato pagamento delle retribuzioni dovuto al cosiddetto shutdown da parte degli Stati Uniti. Lo stallo coinvolge oltre 1.500 lavoratrici e lavoratori delle basi militari americane di Vicenza, Aviano e Livorno. Le due organizzazioni sindacali hanno anche chiesto un intervento urgente delle istituzioni italiane, con una lettera trasmessa alla presidenza del Consiglio, ai ministeri degli Esteri, della Difesa e del Lavoro, nonché all’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, affinché venga garantita la tutela dei lavoratori italiani in servizio nelle basi americane del nostro Paese.
Il ritardo nel pagamento degli stipendi rappresenta, secondo le due federazioni, una violazione del trattato bilaterale Sofa del 1951, che stabilisce come “le condizioni di impiego e di lavoro, in particolare i salari e gli accessori di salari e le condizioni per la protezione dei lavoratori, sono regolate in conformità alla legislazione in vigore nello Stato ricevente”, e quindi dalla normativa italiana e, in particolare, dal Contratto collettivo nazionale di lavoro applicato ai dipendenti delle basi americane, che prevede il versamento delle retribuzioni entro l’ultimo giorno lavorativo del mese. “È una condizione intollerabile - dichiarano le segreterie nazionali Fisascat-Cisl e Uiltucs - che non può essere scaricata sulle lavoratrici e sui lavoratori civili che operano nelle basi Usa in Italia e che, nonostante le difficoltà, continuano a garantire servizi e prestazioni. Ci aspettiamo un immediato intervento delle istituzioni italiane e statunitensi per garantire il rispetto degli accordi bilaterali e delle tutele contrattuali".
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