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il festival
07.11.2025 - 07:00
Rovigo è tornata al centro della cultura europea con la seconda edizione del festival internazionale “Sulle vie dell’ambra”, intitolata “Ambra e vetro: trasparenze erranti”, inaugurata al Salone del grano della Camera di commercio. Un viaggio tra archeologia, arte e memoria che, fino al 16 novembre, trasformerà la città in un crocevia di dialoghi tra passato e presente.
La giornata si è aperta con l’esibizione del coro delle voci bianche del teatro Sociale, diretto dal maestro Francesco Toso, introducendo il convengo “Rovigo incontra l’Estonia”. Dopo i saluti istituzionali dell’assessore alla cultura Erika De Luca, si sono susseguiti gli interventi scientifici di Paola Salzani archeologa della Soprintendenza, che ha presentato il progetto “Prima Europa. La Protostoria del Polesine”, di Paolo Bellintani dell’ufficio Beni archeologici della Provincia autonoma di Trento, facendo un viaggio nel passato “ai tempi di Ulisse” e di Monika Reppo, archeologa dell’università di Tallinn, che ha offerto una prospettiva nuova sugli scambi culturali tra Italia ed Estonia, e di come l’Italia abbia lasciato tracce importanti anche nelle terre baltiche.
“È un festival importante dal punto di vista culturale e della scoperta del nostro territorio - ha dichiarato l’assessore De Luca - un punto d’incontro tra passato e presente che arricchisce la nostra città, grazie anche al sostegno della fondazione Cariparo”.
Nel pomeriggio si è svolta la tavola rotonda dedicata al dialogo tra imprese venete ed estoni, moderata dalla direttrice artistica Elisabetta Brusa, che ha ricordato come “Rovigo sia parte di questa storia fin dall’antichità. Il mito di Fetonte, le lacrime delle sorelle, le Eliadi, che si trasformano in ambra e i ritrovamenti archeologici di Campestrin e Frattesina testimoniano il ruolo del Polesine come snodo delle antiche rotte commerciali tra Baltico e Mediterraneo”.
La serata è proseguita poi al museo dei Grandi Fiumi, con l’inaugurazione della mostra “Ambra e vetro: trasparenze erranti”, curata da Monika Reppo e Ursula Thun Hohenstein dell’università di Ferrara/Cpssae, dove sono stati esposti per la prima volta reperti archeologici provenienti dall’Estonia. A seguire, nella suggestiva Sala Flumina, il musicista Silver Sepp ha chiuso la giornata con “Paesaggi estoni in musica”, un concerto realizzato con strumenti costruiti da materiali riciclati.
Organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo del Polesine con il sostegno della fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il festival ha confermato la capacità di Rovigo di proporsi come luogo di dialogo tra ricerca, cultura e innovazione, valorizzando le proprie radici storiche con uno sguardo aperto all’Europa.
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