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lo studio
07.11.2025 - 17:25
In Italia cresce il malessere psicologico legato al lavoro. Secondo un’indagine condotta da Unobravo, servizio di psicologia online e Società Benefit, oltre otto italiani su dieci hanno pensato di lasciare il proprio impiego a causa dello stress e la metà di loro lo ha già fatto almeno una volta. Lo studio, realizzato su un campione di circa 1.700 persone, mette in evidenza come la cultura della performance stia generando un diffuso senso di ansia e inadeguatezza.
Più del 66% degli intervistati dichiara di non sentirsi all’altezza delle aspettative di capi e colleghi, mentre l’80% ammette di provare sensi di colpa per non aver lavorato abbastanza o raggiunto determinati obiettivi. Il confine tra vita professionale e privata risulta sempre più labile: il 67% ha messo da parte sé stesso, la famiglia o gli amici per motivi di lavoro. Tra i genitori, il 45% lamenta di non riuscire a dedicare tempo sufficiente ai figli.
Lo stress, secondo i dati raccolti, ha anche conseguenze fisiche: oltre la metà degli intervistati riferisce sintomi come tachicardia, tensione e disturbi gastrointestinali, mentre quasi uno su due afferma di dormire male per preoccupazioni legate all’ambiente lavorativo.
Il 75% del campione ritiene che la propria azienda non valorizzi il benessere psicologico e il 66% teme di poter essere penalizzato o licenziato nel caso ammettesse un calo di produttività dovuto a stress o disturbi emotivi. Alla domanda su cosa cambierebbero del mondo del lavoro, il 62% indica la necessità di retribuzioni più eque e riconoscimenti maggiori, seguita – nel 50% dei casi – da una maggiore attenzione alla salute mentale e alla sicurezza psicologica.
In controtendenza rispetto ai dibattiti internazionali, il 58% degli intervistati segnala che il lavoro da remoto o ibrido ha contribuito a ridurre lo stress legato alla performance, evidenziando il valore della flessibilità come strumento di benessere.
"Quando la paura di non essere all’altezza diventa la norma, non si parla più solo di stress – spiega Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo – ma di una cultura della performance che condiziona la percezione di sé e del proprio valore. Ritrovare un equilibrio significa riconoscersi anche al di fuori dei risultati professionali, recuperando spazi di identità e benessere personale".
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