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VENETO

Insulti razzisti al guardalinee: due tifosi a processo

Monselice, 80enne e 66enne a giudizio

Insulti razzisti, l'arbitro sospende la partita

Un pomeriggio di sport trasformato in un teatro d’odio. E a finire nei guai per insulti razzisti nei confronti di un guardalinee ivoriano sono due tifosi di 80 e 66 anni.

I fatti sono accaduti a Monselice, durante la gara di Promozione girone C tra Monselice e Torre, sospesa dopo un’escalation di insulti a sfondo razzista e minacce contro il guardalinee di origine ivoriana Francis Amon Kouasso. Ora due tifosi, un 80enne di Monselice e un 66enne di Noventa Padovana, sono stati citati a giudizio: la Procura contesta minacce gravi e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, con l’aggravante dell’evento sportivo.


Secondo quanto disposto dal pubblico ministero Benedetto Roberti, i due indagati compariranno all’udienza di comparizione predibattimentale il 26 maggio 2026, alle 11, davanti al giudice Vittoria Giorgi. Le ipotesi di reato formulate sono pesanti: minacce gravi e propaganda/istigazione a delinquere con movente razziale, condotte che – sempre secondo l’accusa – si sarebbero consumate all’interno e all’esterno dell’impianto sportivo.


La ricostruzione agli atti indica che nella ripresa di Monselice-Torre gli animi sugli spalti si sarebbero surriscaldati. Nel mirino il giudice di linea Francis Amon Kouasso, 31 anni, originario della Costa d’Avorio e tesserato per la sezione di Treviso. Offese e minacce avrebbero colpito anche il direttore di gara, l’arbitro Luca Saverio Tomaselli. Stando all’accusa, l’80enne avrebbe urlato frasi come “Dovevi morire, bisogna fare pulizia etnica”, oltre a minacce del tipo “Vi ammazzo tutti e se ti becco fuori ti sparo”, accompagnate da epiteti razzisti (“ne… di me…”). Il 66enne, sempre secondo gli atti, avrebbe aggiunto: “Stupido ne…”. Il clima degenerato costrinse a sospendere la partita.


La reazione amministrativa fu immediata: il questore di Padova, Marco Odorisio, firmò per entrambi un Daspo di cinque anni, scattato a seguito della querela presentata dal guardalinee. Le forze dell’ordine hanno identificato i presunti responsabili anche grazie ad alcuni video registrati durante la gara e al referto arbitrale. Dagli accertamenti emergerebbe che i due fossero già noti alla giustizia.


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