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veneto
10.11.2025 - 08:29
A Ospitale di Cadore (Belluno), piccolo comune di meno di 300 abitanti lungo la valle del Piave, cresce la preoccupazione per la presenza sempre più frequente dei lupi nei pressi del centro abitato. Gli avvistamenti, ormai quotidiani, stanno alimentando la paura tra i residenti, che raccontano di non sentirsi più al sicuro nemmeno all’interno delle proprie case.
"Dopo le 18 chiudiamo tutto, porte e finestre – spiega Elena Olivotto, dipendente comunale di Ospitale e Perarolo – È come vivere in un coprifuoco. Non possiamo più uscire al buio". La donna, moglie dell’ex sindaco e oggi vicesindaco di Longarone, è rimasta coinvolta pochi giorni fa in un incidente stradale provocato proprio da due cervi inseguiti da un lupo. "È successo giovedì sera, alle 20.20, vicino alla stazione ferroviaria. Uno dei cervi mi è finito contro l’auto, l’altro è scappato nei boschi. Subito dopo ho sentito gli ululati: una scena da brividi", racconta.
L’episodio, confermano i cacciatori della zona, non è isolato. In passato i lupi erano stati avvistati nei boschi circostanti, ma di recente si sarebbero spinti fino alle case, arrivando a pochi metri dal municipio e comparendo perfino nei cortili delle abitazioni. Un uomo, nelle scorse settimane, si è trovato un lupo di fronte al cancello, pronto ad attaccare il suo cane. "Io stessa ho un cagnolino – aggiunge Olivotto – ma la sera non lo porto più fuori. Non è possibile vivere nella paura".
Secondo gli abitanti, i branchi si muoverebbero lungo un corridoio naturale che collega le aree dello Zoldano e del Cadore, attraversando proprio la zona di Ospitale. Alcuni residenti raccontano di aver sentito gli ululati a pochi passi da casa o di aver visto gli animali rincorrere le prede in mezzo alla strada. "Un mio vicino gira con il piccone per difendersi – prosegue Olivotto –. Io stessa ho paura a raggiungere i miei genitori di notte, abitano a soli 300 metri".
Il tema della convivenza con i lupi è tornato di attualità in tutta la provincia. In Trentino, la Provincia autonoma ha recentemente predisposto un piano per gli abbattimenti selettivi degli esemplari considerati problematici, mentre nel Bellunese la situazione viene monitorata dagli enti territoriali.
Gli abitanti di Ospitale, però, non chiedono misure estreme. "Non vogliamo che si spari agli animali – chiarisce la donna –. Chiediamo solo che vengano allontanati dal centro abitato, magari usando metodi dissuasivi come i pallini di gomma. Sono diventati troppo confidenti, non hanno più timore dell’uomo".
Nel frattempo, la comunità locale resta in allerta. "Già vivere in montagna è difficile – conclude Olivotto – ma così sta diventando impossibile".
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