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Marco, ricercatore da primato

In forza all’Ulss Euganea, esperto di embolie “per definire diagnosi e capire come intervenire”

Marco, ricercatore da primato

In forza all’Ulss Euganea, esperto di embolie “per definire diagnosi e capire come intervenire”

Stanford, da oggi, parla italiano, e anche polesano: tra i migliori ricercatori al mondo nella classifica “World’s Top 2% scientists” 2025 stilata dalla nota università, in collaborazione con Elsevier (forse la casa editrice scientifica più importante al mondo), ci sono due dirigenti medici dell’Ulss 6 Euganea, uno di questi, rodigino doc. Due i nomi: Gianluca Rigatelli, direttore dell’unità operativa complessa di cardiologia degli ospedali riuniti Padova Sud, e Marco Zuin, dirigente medico nella stessa, nato, cresciuto e attualmente di casa a Rovigo. “Ho saputo della notizia quasi per caso, non me lo aspettavo - commenta quest’ultimo - è stato un mio amico e collega ricercatore di un’università estera a dirmi di guardare la classifica”.

L’elenco, spiega, si basa su un’analisi dei principali database citazionali a livello mondiale. “Misura l’impatto scientifico che i ricercatori, in base al numero di citazioni ricevute fino al 2024, hanno avuto nel panorama medico internazionale. Tuttavia, solo il 2% di questi, sparso in 22 aree con relative 174 sottocategorie, entra definitivamente a far parte della lista.

“Attualmente sono dirigente medico dell’Aulss 6 Euganea all’unità operativa complessa di cardiologia di Schiavonia”, continua Zuin. Da cultore della materia della medicina interna nel dipartimento di medicina traslazionale, dell’università di Ferrara, è l’unico membro italiano del working group per le malattie del ventricolo destro e del circolo polmonare della società europea di cardiologia, nonché del “Thrombosis Research Group” del Brigham and Women’s hospital di Boston. Una carriera alla luce di successi ma anche indagine, continua il professore, spiegando come un elemento cardine della sua attività sia incentrato “sui vari casi dell’embolia polmonare. E’ la terza patologia al mondo per indice di mortalità cardiovascolare dopo infarto e ictus. Mi occupo prevalentemente di capire come fare diagnosi, il tipo o sottotipo di patologia, quanto è grave e, in base alle casistiche, quale trattamento migliore intraprendere”.

Nonostante la ricerca continui da anni, Zuin avvisa per una sensibilità nel riconoscerla troppo poco presa sul serio: “Viene chiamata la grande simulatrice, poiché può dare tantissime manifestazioni e quindi essere confusa per altri casi. Tuttavia prosegue nel tempo e prima la si individua meglio è”.

Sul fronte sensibilizzazione, la situazione non è delle più floride: “Ci sono sforzi globali e iniziative ma le persone non la conoscono finché non ce l’hanno purtroppo”.

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