VOCE
i dati
12.11.2025 - 07:17
Nel 2024 in Polesine sono stati emessi 104 provvedimenti di sfratto, 39 a Rovigo e 65 nel resto della provincia, la quasi totalità, 97, per morosità. Gli altri 7 per finita locazione e nessuno per necessità del locatore.
Di per sé il numero pare indicare un problema persistente per quanto riguarda il diritto all’abitare, complice anche la saturazione del non particolarmente ampio mercato immobiliare per quanto riguarda le locazioni, dopo che l’arrivo di Amazon, cinque anni fa, ha fatto registrare un incremento fuori scala della domanda.
Tuttavia, questi numeri vanno rapportati al passato e a quello che succede nel resto d’Italia. Con una prima sorpresa, un po’ inaspettata: il Polesine è la prima provincia del Centro Nord Italia per calo percentuale del numero di sfratti dichiarati rispetto all’anno precedente, ben il -30,20%, con la terzultima posizione su scala nazionale battuta solo da Potenza e Oristano.
Di per sé, quindi, un’ottima notizia. Anche perché a diminuire, se pur in misura minore, è proprio il numero stesso di richieste di sfratto da parte dei proprietari, 131 nel 2024, con un calo del -19,14%, questo a testimonianza del fatto che la flessione degli sfratti dichiarati non è dovuto a un ingolfamento delle procedure.
Aumenta, invece, il numero di sfratti eseguiti, che sale a 50, il 6,38% in più rispetto al 2023. Vero è che guardare al passato rischia di scontrarsi con le dinamiche innescate dalla pandemia, con il blocco degli sfratti fino al 30 giugno 2021. Nell’ultimo anno a.C., ante Covid, in Polesine erano stati emessi 186 provvedimenti di sfratto, in calo del -16,22% rispetto al 2018, mentre le richieste di esecuzione 254, anch’esse in calo del -19,37 sul 2018, con ben 71 sfratti eseguiti, pur in calo del -29,7 rispetto all’anno precedente.
In Veneto, con 2.080 sfratti dichiarati, in crescita dell’1,86 a fronte di 4.151 richieste di esecuzione, il -19,18, gli sfratti eseguiti sono stati 1.661, in flessione del -11,84.
Guardando al rapporto fra numero di famiglie in affitto e numero di procedure dichiarate, come calcolato dal Sole 24 Ore lunedì, la provincia di Rovigo si attesta su 7,6 provvedimenti di sfratto emessi ogni mille famiglie in affitto, rispetto a una media nazionale di 9,3, mentre in Veneto Venezia si attesta ad appena il 2,3 per mille famiglie in affitto, poi Belluno a 2,3 e, Padova a 6,2, mentre Treviso e Vicenza sono esattamente sul 7,6 come Rovigo con la sola Verona che ha valori più alti, con 8,2 sfratti emessi per mille famiglie in affitto.
A livello nazionale, nel 2024 in Italia gli sfratti dichiarati sono stati 40.158, il 2% in più rispetto al 2023, mentre le richieste di esecuzione 81.054, il 9,8% in più rispetto ai 73.809 del 2023. Gli fratti eseguiti, invece, sono stati 21.337, in leggera flessione, il -0,4%, rispetto al 21.345.
“Il totale degli sfratti - è l’analisi del Sole 24 Ore - è su valori storicamente bassi, rispetto ai 77mila del 2014, ed è tuttora inferiore ai livelli pre-Covid, nonostante il rimbalzo seguito al calo del 2020. Rapportando il numero dei provvedimenti a quello degli inquilini (fonte Istat) si vede che in Italia vengono emessi 9,3 sfratti ogni mille famiglie in affitto. La geografia non ha tendenze marcate, anche perché i dati possono essere influenzati da campagne specifiche degli istituti per le case popolari, oltre che dalle azioni dei privati”.
E, guardando ai provvedimenti del Governo, il quotidiano economico nota: “Senza incrementi della dotazione, il prossimo anno il Fondo per la morosità incolpevole potrà ripartire tra le Regioni i 25 milioni di euro stanziati dalla legge di Bilancio 2025 (legge 207/2024, articolo 1, comma 118). Se si erogasse il contributo massimo previsto di 8mila euro, potrebbe essere evitato lo sfratto per morosità a poco più di 3.100 famiglie (con Isee fino 26mila euro) che hanno smesso di pagare il canone per un’involontaria perdita o riduzione del loro reddito. Invece, a favore dei nuclei familiari per i quali i canoni di locazione, regolarmente pagati, pesano troppo sul portafogli, non è previsto alcun aiuto: il cosiddetto Fondo sociale per l’affitto anche per il prossimo anno resterà all’asciutto”.
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