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intervista al candidato

“Visione e identità per il Polesine”

“Occorre pianificare sviluppo e attrattività. puntare anche su servizi sanitari e welfare”

“Visione e identità per il Polesine”

Valentina Noce da quasi tre anni lavora a fianco del ministro della Giustizia Carlo Nordio, ma non esita ad ammettere che in caso di elezione al consiglio regionale dovrebbe lasciare l’incarico a Roma per dedicarsi totalmente alla politica e allo sviluppo del suo territorio. “Cosa che già faccio - puntualizza - anche perché sono anche consigliere comunale a Rovigo”. Valentina Noce è fra i cinque candidati polesani al consiglio regionale nella lista della Lega. A sostegno del candidato alla presidenza della Regione Alberto Stefani.

Noce per quale motivo è pronta a lasciare Roma per Venezia?

“Il Veneto, il Polesine, sono il mio territorio. E io mi definisco donna e politica del territorio. Ecco allora che sono pronta a dedicare il mio impegno pubblico per la mia regione e la mia provincia”.

Con quali obiettivi?

“Lavorare per una nuova visione e una nuova identità al nostro Polesine. Un territorio bellissimo ma che deve ancora essere totalmente promosso e raccontato. Occorre arrivare a definire una sorta di brand per far conoscere le nostre peculiarità e allo stesso tempo attirare un turismo legato alla visitazione paesaggistica, culturale. Abbiamo tanto da far conoscere, come natura, musei, ville storiche, corti rurali, archeologia. Abbiamo tanta, diciamo così ‘materia prima’, occorre metterla in rete con una seria politica del territorio per dare attuazione alle tante potenzialità. Ma, attenzione, non si tratta solo di turismo, perché attrazione del territorio significa anche attirare famiglie, lavoro, frenare lo spopolamento che da anni caratterizza la provincia di Rovigo”.

Quindi il brand non basta.

“Identità e visione richiedono un’azione a 360 gradi. La valorizzazione del territorio, ad esempio, non può prescindere dalla pesca, e quindi dal sostegno a questo settore, dalla vivificazione delle lagune, al contrasto al granchio blu. E poi c’è l’indotto. Non dimentichiamo che fra le centinaia lavoratori in difficoltà nella molluschicoltura molti sono donne”.

E così passiamo al tema dell’occupazione femminile. Il Polesine è indietro da questo punto vi sta sia per percentuale di donne occupate che per imprese al femminile.

“In Veneto sono stati fatti tanti passi avanti. Occorre insistere sull’aspetto del welfare, anche quello aziendale, come la previsione di nidi per le lavoratrici madri, orari di lavoro flessibile, attuare strumenti per aiutare le donne a conciliare professione e famiglia. Ci sono molte imprese che hanno già impostato azioni legate al bilancio di genere”.

Qualcuno sostiene che si tratti di argomenti spesso portati avanti dal centrosinistra.

“Sbagliato. Si tratta di temi che riguardano tutti, senza bandierine”.

Il candidato presidente che sostiene, Stefani, punta molto su sanità e sociale.

“E io condivido. L’obiettivo è migliorare sempre di più i serviti erogati dal sistema sanitario, implementare il personale, a partire dai medici di base, per portare sempre più la sanità a contatto con il territorio, e allo stesso tempo insistere su tecnologia e innovazione. Sanità e servizi sociali spesso vanno assieme. Un servizio che mi impegnerò per far attivare a livello regionale è quello dell’assistenza post partum per le neomadri. Soprattutto quando non c’è una rete familiare che che aiuta la neomamma la presenza di personale ostetrico qualificato, anche solo un paio d’ore la settimane, sarebbe un grande aiuto”.

Tema infrastrutture?

“Il proseguimento della Transpolesana al mare è una priorità. Fino a 10 anni fa se ne parlava continuamente, ora, dopo anni di stop, questo progetto è tornato al centro di molti programmi, ma occorre dargli attuazione per snellire l’attraversamento del territorio e migliorare i collegamenti fra Alto e Basso Polesine. A livello di provincia di Rovigo c’è la necessità di definire una più puntuale programmazione territoriale, anche attraverso lo strumento dell’Intesa programmatica d’area. Una pianificazione strategica che punti sulle sinergie, sul miglioramento dei servizi, gestiti, ove possibile, anche a livello intercomunale. Un modo per un salto di qualità, anche sotto il profilo della partecipazione, al governo del territorio, con obiettivi di sviluppo locale sostenibile”.

In caso di elezione, quindi, full immersion a Venezia e addio Roma.

“Sì. Voglio dare voce al Polesine, portare il Polesine in Regione e la Regione in Polesine. E poi mettere a frutto l’esperienza maturata lavorando accanto al ministro. Anche per provare a dare un contributo a quella che per Alberto Stefani sarebbe una rivoluzione”.

E cioè?

“Sburocratizzare. Dare veramente un taglio ai tanti vincoli che ostacolano il processo di crescita. Sia dal punto di vista amministrativo che da quello delle imprese. Noi veneti in questo saremo dei pionieri”.

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