VOCE
rovigo
14.11.2025 - 05:00
“Noi abbiamo uno scopo ulteriore, che va oltre le finalità delle altre imprese, perché la nostra natura di cooperativa ci spinge ad un impegno sociale: oltre al dovere che ci attribuisce l’articolo 47 della Costituzione, di tutela del risparmio, abbiamo anche quello dell’articolo 45, della funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. Una natura che ben si sposa con quella che è la nostra peculiarità rispetto agli altri istituti bancari, la territorialità. E il fatto che dobbiamo raccogliere il risparmio, quindi la fiducia, in un perimetro definito e reinvestire in quanto banca nel territorio stesso, non è un limite ma un’opportunità che ci consente di creare un legame forte di comunità, fra chi fa impresa e chi risparmia”.
Così il presidente della Federazione del Nord Est, Lorenzo Liviero, ha introdotto l’incontro di ieri, riservato a cooperative e Bcc, del progetto Capitalismo Sociale 5.0 organizzato dalla Federazione locale e da Confcooperative Veneto con otto tappe in tutto il Veneto, per “rafforzare il legame delle imprese cooperative con il territorio”. E il passaggio rodigino, ospitato nella sede di Zico, partiva proprio dalle risposte “locali” al “Caos”. Il tema era, infatti, “Il caos come nuova regola di mercato”, spunto che arriva dall’ultimo libro di Ferdinando Azzariti, presidente di Salone d’impresa e docente di organizzazione aziendale all'Università Ca’ Foscari di Venezia, “Il caos: nuova regola di mercato”. Un caos dettato dalla globalizzazione, da Internet, dall'ipercompetizione, dalla manodopera a basso prezzo, dall'assenza di barriere e di confini. Ma anche da pandemie, guerre, crisi energetiche e bolle inflattive.
Sfide complesse che le imprese mutualistiche si sono trovate ad affrontare in questi ultimi tempi. Il disordine, però, è stato rimarcato, stimola la capacità di adattamento, la resilienza e l’innovazione, e deve trasformare l’incertezza in opportunità di crescita, incoraggiando le organizzazioni a reinventare processi, prodotti e servizi rafforzando il legame con le comunità locali. Ne hanno discusso le cooperative: Cooperativa Il Sole, Cooperativa Sociale Elianto, Cooperativa Pescatori Delta Padano e Cooperativa Fioritalia. Queste quattro realtà complessivamente generano un fatturato di quasi 12 milioni di euro, contano circa 84 dipendenti e 236 soci. In Polesine le cooperative associate a Confcooperative sono 100, con quasi 5milasoci, oltre 2.500 addetti e un valore della produzione superiore a 250 milioni.
Le esperienze delle cooperative rodigine protagoniste della tappa di Capitalismo Sociale 5.0, “mostrano concretamente come siano riuscite a trasformare le destabilizzazioni mondiali degli ultimi anni in un’opportunità di crescita e innovazione, rafforzando il loro modello cooperativo e la capacità di generare valore per il territorio”.
In che modo? Il Sole di Rovigo ha affrontato il caos con la “resilienza economica” e la diversificazione. Il mancato pagamento di un grosso credito da parte di un cliente importante ha causato una crisi dal 2018 al 2024. La Cooperativa ha così diversificato i servizi offerti e, al contempo, vinto la causa rafforzando la propria solidità finanziaria e dimostrando una capacità di resilienza concreta di fronte alle difficoltà del mercato. Elianto, di Canda, ha risposto al caos pandemico riorganizzando i servizi in base al valore aggiunto.
Durante la pandemia, ha aumentato i servizi più essenziali per i clienti, garantendo continuità e qualità. Allo stesso tempo, la società ha creato momenti formativi per gli operatori e sviluppato soluzioni digitali ad hoc, aumentando l’efficienza operativa e la capacità di adattamento alle nuove esigenze. La Cooperativa Pescatori Delta Padano di Scardovari, ha reagito all’invasione del granchio blu pescando il granchio e vendendolo a una società indiana per i mercati asiatici, e sviluppando un nuovo prodotto locale di alta qualità, l’ostrica rosa DOP. Questa strategia ha permesso di trasformare un problema ambientale in un’opportunità commerciale e innovativa. Fioritalia, di Villamarzana, ha affrontato criticità derivanti dall’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, insieme alla crescente domanda dei clienti a ridosso delle scadenze, come conseguenza della crisi climatica, puntando sulla digitalizzazione dei processi aziendali e sull’ottimizzazione delle comunicazioni con i clienti, velocizzando le risposte e aumentando la capacità di soddisfare le richieste, consolidando al contempo l’efficienza interna.
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