VOCE
CULTURA
14.11.2025 - 17:27
E’ un leone stanco quello che campeggia nella copertina del nuovo volume, a quattro mani di Diego Crivellari e Francesco Jori, presentato giovedì sera ieri in Gran Guardia nel convegno “Miti e propaganda: uno sguardo sul Veneto”, organizzato dal Gruppo Bachelet. Il ruggito di quello che, da sempre è il simbolo della Serenissima, per osmosi, del Veneto, è lì, adagiato sul cenotafio del Canova mentre guarda sconsolato nel vuoto. Stessa sensazione che immortalano, in uno scritto agevole e pluridisciplinare, i due autori, confrontandosi con l’evoluzione di una regione ora velocemente chiamata al rinnovo delle cariche direttive di Palazzo Balbi. “Veneto punto a capo (questo il titolo dell’opera - Apogeo Editore, Èstra saggistica, 2025) è un resoconto della nostra storia degli ultimi 50 anni, possiamo dire che attraversa economia, società, demografia, letteratura; un resoconto su quello che è successo in questa regione negli ultimi decenni, durante il governo Zaia, un possibile contributo anche trasversale su quei problemi che le classi dirigenti del futuro dovranno affrontare dopo queste elezioni” ha commentato Crivellari, introdotto dalla presentazione Andrea Borgato, presidente del Gruppo Bachelet e consigliere comunale.
Il viaggio, lucido e appassionato sulla realtà veneta, e tra le pagine, promuove un cambio di passo, un futuro condiviso capace di guardare avanti senza fermarsi sugli allori passati, seppur tanti e meritevoli. “Dall’aratro a Internet, il modello di sviluppo ha prodotto ma anche consumato troppo lavoro e fatiche” ha commentato Jori, aggiungendo: “il Veneto non è più una regione per giovani, e lo dicono i dati, sempre più denatalità e sempre più immigrazione. L’integrazione è una risorsa e non minaccia, la linfa di un Veneto che si rinnova senza cambiare”. Si è parlato poi di classe dirigente, troppo dispersa tra personalismi, con la mancanza di visioni condivise, e ancora di occasioni perse, di progetti stazionari e non risolti, anticipa Crivellari: “Ci sono riflessioni sulla identità regionale, ma anche su un tema molto dibattuto come l'autonomia, riteniamo che questo libro possa essere un contributo anche a una discussione che speriamo si faccia maggiormente fattiva dopo le elezioni”.
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