VOCE
badia polesine
15.11.2025 - 17:00
L’Ultima cena del Bonsignori rimarrà un altro anno a San Benedetto Po, con l’obiettivo di riportarla a Badia Polesine nel corso del 2026 visto il recente finanziamento della conclusione delle opere di restauro al museo civico.
L’opera custodita a lungo tempo all’interno del “Baruffaldi” continuerà ad essere “prestata” al Comune del mantovano anche nei prossimi mesi, come annuncia una delibera approvata di recente dalla giunta comunale di Badia Polesine che, unitamente all’amministrazione di San Benedetto Po, ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre del 2026 l’accordo per il prestito in comodato d’uso gratuito della maestosa tela, spostata dall’ultimo piano del museo civico nell’estate del 2019 per poter essere esposta alla mostra “Il Cinquecento a Polirone. Da Correggio a Giulio Romano” e collocata nel refettorio del complesso monastico di San Benedetto Po, il luogo per il quale il dipinto era stato inizialmente concepito e dove si trova tuttora.
“Il prestito della tela del Bonsignori - recita il documento da poco approvato dalla giunta comunale - rappresenta un veicolo promozione turistica e di valorizzazione del patrimonio culturale della città di Badia Polesine, considerata altresì la rilevanza storica del complesso monastico di San Benedetto Po”. Va inoltre ricordato che lo spostamento della tela è avvenuto durante il primo stralcio di lavori all’ex palazzo Monte Pegni, sede del museo cittadino, e dunque l’operazione è stata pensata anche per cercare di salvaguardare maggiormente la delicata tela. Nel documento approvato, la giunta comunale evidenzia pure “la volontà di entrambe le amministrazioni di prorogare il prestito, a causa del prolungamento dei termini di conclusione dei lavori di ristrutturazione del museo civico Antonio Eugenio Baruffaldi”.
“Si tratta dell’ultima proroga del prestito - sottolinea l’assessore alla cultura Valeria Targa - I lavori per il museo civico saranno di sicuro appaltati nel 2026 e la tela, di conseguenza, rientrerà l’anno prossimo. Presumibilmente non sarà visibile da subito, ma il ritorno a Badia sarà organizzato con i nuovi lavori al museo, dato che questo è il momento adatto per rimettere l’opera all’interno dell’edificio, con le stesse modalità utilizzate nel 2019, quando venne estratto”.
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