VOCE
L’INTERVISTA AL CANDIDATO
15.11.2025 - 08:00
“Il cittadino prima di tutto” non è solo il suo slogan ma il motivo che lo ha spinto a scendere in campo per le elezioni regionali del 23 e 24 novembre. Stefano Borile, ingegnere di professione, consigliere comunale a Lendinara, esponente del “Partito democratico - precisa - perché l’abbreviazione Pd non mi piace” ha le idee chiarissime su cosa serva al Polesine per scrivere un futuro fatto di attenzione per tutti i cittadini, equità e sviluppo.
La prima domanda è proprio questa: che cosa l’ha spinta ad accettare la sfida delle elezioni regionali?
“Ho fatto un percorso partendo dalla consulta delle frazioni di Lendinara, poi consigliere comunale, ho trovato casa nel Partito democratico perché esprime dei valori nei quali mi ritrovo molto. Ho costruito una famiglia, una casa e adesso desidero dire qualcosa e mettermi in gioco in un momento in cui la politica è considerata una cosa brutta e sporca. Ma la politica è fatta di idee e le idee camminano sulle gambe delle persone. Inoltre, sono convinto che la politica si faccia all’interno di un partito. Il mio è un impegno civico, certo, ma dentro il partito perché sono sempre le persone a fare la politica anche se ho ricevuto insulti di ogni genere”.
Chi l’ha insultata? Può spiegarlo?
“Tante persone sui social, me ne hanno dette di tutti i colori: offese, cattiverie pesantissime. Con la mia squadra ho lottato per fare una campagna elettorale non social”.
Quali difficoltà ha incontrato in questa sua corsa elettorale?
“La difficoltà che è anche un rammarico è che non sono riuscito a fare in modo di confrontarmi in maniera diretta con altri candidati che stanno dall’altra parte della barricata, nello schieramento opposto. Avrei voluto confrontarmi sui temi, lasciando da parte gli slogan, per entrare in profondità nelle questioni, analizzandole anche attraverso i numeri”.
D’altra parte lei è ingegnere...
“Dicono che la seconda laurea degli ingegneri sia quella in filosofia. Non è il mio caso però non si può neanche essere troppo razionali. Anche se i numeri contano, sono l’unico modo per avere dei punti di riferimento. Se parlo di società, i numeri sono importanti. Se per esempio ci chiediamo come sarà il Polesine tra 10 o 15 anni, sappiamo che avremo 35mila cittadini over 80. Allora sappiamo già che serviranno delle case di riposo. E’ questo il ragionamento che deve guidare la politica: se non abbiamo i numeri, che politica facciamo?”.
Con chi in particolare avrebbe voluto avere un confronto diretto e su cosa?
“Avrei voluto un confronto con chi oggi ha delle cariche ufficiali sul territorio. Il Partito democratico ha provato a chiedere degli incontri ma le proposte sono cadute nel vuoto. I temi sono tanti: urbanistica, sanità, politiche energetiche, ospedale di Trecenta. Abbiamo 60 impianti a biomasse sul territorio provinciale, di società che si sono comprate ettari di campagna a costi più bassi di quelli di altre province. E anche il tema dell’immigrazione e quello dell’emigrazione. Il Polesine perde ragazzi, risorse vere che decidono di andarsene. E’ un meccanismo sociale di cui la politica deve occuparsi e non si riesce a parlarne”.
Quali sono i suoi obiettivi nel caso di elezione in consiglio regionale?
“In consiglio ci sono complessivamente 51 consiglieri, di questi Rovigo ne può avere solo due per legge. In altre parole contiamo pochissimo. Secondo me servono persone con valori solidi e l’intenzione di agire per portare a casa qualcosa. E con agire intendo intervenire sui numeri del bilancio, facendo anche squadra con altri consiglieri di altri partiti ma sul bilancio della Regione bisogna intervenire. Il mio impegno è di fare proposte per aprire dei capitoli di bilancio e mettere le risorse per fare le cose”.
Dunque cosa pensa sia mancato al Polesine in Regione fino ad oggi?
“E’ mancato un rappresentante del Polesine che invece di pensare al consenso pensasse al territorio. Non posso accettare che, dopo 60 impianti a biomasse e decine di impianti fotovoltaici, ora mi si dica che vanno ridotti. Ma chi li ha permessi? Anche per questo avrei voluto un confronto diretto. Per capire quali miglioramenti ha avuto il Polesine negli ultimi 15 anni. La spesa è calata? Le accise? I trasporti? Il Pm10? I posti letto? Il lavoro? Sono tutti argomenti che avrei voluto affrontare”.
Poi c’è il tema della sicurezza, molto caro alla destra. Per lei del Partito democratico come si affronta?
“Bisogna lavorare sulla sicurezza percepita. Fa scalpore sempre lo straniero che delinque e su questo bisognerebbe lavorare sui progetti di integrazione. Perché l’integrazione va gestita, a mio avviso andrebbe creato l’assessorato regionale all’immigrazione. Solo in quest’ottica si può parlare poi di sicurezza. La politica in questo deve gestire e insegnare”.
Qual è la sua priorità in caso di elezione?
“Dovrei dire la sanità ma in realtà è il sociale e gli anziani. La gestione dell’anziano è più complicata ed il punto di caduta tra pochi anni è che ce ne saranno tanti. E dovranno avere una vita decorosa, con servizi adeguati, assistenza e attenzione. Anche nell’ottica che l’anziano non sia solo un costo ma deve essere valorizzato. E’ una questione sociale fondamentale che si traduce anche nella costruzione di ponti tra varie generazioni”.
Commenti all'articolo
frank1
15 Novembre 2025 - 09:21
l'ing.scrive: “Bisogna lavorare sulla sicurezza percepita. Fa scalpore sempre lo straniero che delinque e su questo bisognerebbe lavorare sui progetti di integrazione. Perché l’integrazione va gestita..che belle parole..ma vediamo le citta' governate dalla sx in tema:milano..roma,bologna padova.....anche li' è percepita la sicurezza???? per favore..siamo seri almeno in questa tema
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