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VIOLENZA SULLE DONNE

Cecchettin a Beverare: “Mi batterò per l’educazione affettiva”

Il papà di Giulia in paese per inaugurare la panchina rossa: “Qui sono a casa”

Cecchettin a Beverare: “Mi batterò per l’educazione affettiva”

Gino Cecchettin a Beverare per inaugurare la panchina rossa in memoria di Giulia. “Qui sono a casa”

Qui a Beverare, ha vissuto e ha messo radici. Qui è sepolta la sua mamma, Carla Gatto, morta lo scorso anno e qui è arrivato a pochi giorni dall’omicidio della sua bimba, Giulia, che aveva solo 22 anni, per partecipare ancora sotto shock a una fiaccolata per dire che “l’amore non uccide”. Gino Cecchettin, presidente della fondazione che prende il nome della figlia uccisa con 75 coltellate dal suo ex fidanzato, due anni fa è tornato ieri nella frazione di San Martino di Venezze per inaugurare una panchina rossa dedicata alla figlia Giulia e, sollecitato dal sindaco Elisa Sette ha ribadito che si “batterà per sviluppare l’educazione affettiva a scuola”. Lo aveva già detto in un’ audizione davanti alla Commissione d'inchiesta parlamentare sui femminicidi, e lo ha ribadito ieri.

A due anni dalla morte di Giulia l’emozione, il dolore e l’affetto di tutta la comunità del comune mediopolesano non sono mutati. L’associazione Amici di Beverare ha raccolto i fondi per comprare la panchina che adorna la piazza davanti al “centro Casa”, l’amministrazione ha dato il suo avallo al progetto, un centinaio di persone hanno partecipato alla messa e alla cerimonia, con la stazione dei carabinieri.

“Molto spesso mi sono chiesto cos'è famiglia - ha detto Cecchettin alla comunità di San Martino di Venezze - e l’unica risposta che mi sono dato è “famiglia è dove c'è amore”. E io ad a Beverare mi sento amato e amo Beverare quindi ogni volta che torno qua mi sento in famiglia”.

Sotto una leggera pioggia che non ha spostato nessuno di un centimetro, don Giuliano Gulmini ha benedetto la nuova installazione. “Deve essere un monito per ciascuno di noi per non girarci dall’altra parte dove ravvisiamo violenze. Anzi, io dico sempre, se la panchina identifica una persona che abbiamo aiutato e portato in in salvo, non è solo un simbolo, ma diventa anche concretezza”.

Il sindaco Sette ha aggiunto: “Vogliamo ricordare Giulia per la persona che era, una figlia, una nipote, un'amica, una giovane donna la cui vita è stata spezzata troppo presto. Vogliamo anche guardare avanti con coraggio, consapevolezza e determinazione. Non possiamo non menzionare nonna Carla che custodisce con amore i ricordi di Giulia. Ho visto tante amiche e amici di Carla qui con noi stamattina”.

Poi ha ringraziato Gino, diventato anche lui simbolo di una lotta che deve partire dall’educazione “e noi genitori non ce la facciamo da soli”. “La forza di Gino in questi due anni è stata straordinaria. Con coraggio ha trasformato il dolore in una battaglia importante contro i femminicidi. La sua voce ci ricorda che non possiamo restare in silenzio di fronte alla violenza contro le donne. Che questa panchina sia un luogo dove fermarsi, ricordare Giulia, riflettere sulla violenza di genere e rafforzare la nostra determinazione a costruire una comunità più sicura e rispettosa per tutte le donne”.

Poi ha dato il suo appoggio da amministratore alla battaglia di Cecchettin: “La prevenzione della violenza passa dall’educazione, è importante introdurre nelle scuole un percorso di educazione affettiva. La strada indicata da Gino è quella giusta, e auspico che il suo impegno possa continuare e trovare ascolto nelle istituzioni di ogni livello. Perché educare alla cura, al rispetto e all’affettività significa gettare le basi per una società più giusta, più consapevole, e più sicura per tutte e per tutti”.

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