VOCE
costa
16.11.2025 - 15:11
La prima Repubblica, il caso Gladio e la storia d’Italia dal Dopoguerra ad oggi. tanti i temi trattati da Marco Follini in occasione della presentazione del suo libro “Beneficio d’inventario”, venerdì scorso nella sala municipale del paese. L’ex parlamentare ha dialogato con Alberto Garbellini, direttore de La Voce di Rovigo nell’ambito dell’incontro con l’autore organizzato dall’associazione Anpi intercomunale di Fratta Polesine e dal Comune di Costa di Rovigo.
Dopo i saluti del sindaco di Costa Gian Pietro Rizzatello, del presidente Anpi Riccardo Resini e di Antonio Bombonato, Follini e Garbellini sono entrati nel cuore della presentazione del libro.
“Beneficio d’inventario” è un volume che attraverso il parallelismo fra la storia privata di Vittorio, padre di Marco Follini e le varie fasi storiche dell’Italia degli ultimi 80 anni. Un ritratto lucido di come è cambiata e si è voluta la società civile del nostro Paese.
Centrale, nella discussione, è stato il ruolo di Gladio, la formazione paramilitare organizzata in Italia nel Dopoguerra in chiave nato. “Ricordo bene - ha detto Follini - quella notte di Natale in cui l’allora ex Presidente Cossiga mi chiamò per dirmi che mio padre era stato uno dei capi di Gladio. Un’informazione che presi come prendevo tutte le dichiarazioni di Cossiga: seriamente ma non alla lettera. Ovviamente poi feci ricerche, mi informai, ma non trovai niente che potesse avvalorare questa versione”. All’obiezione di Garbellini sul ruolo stesso di Gladio, “mancano ancora molte risposte su diversi aspetti oscuri e sul coinvolgimento in fatti tragici e di terrorismo”, Follini ha precisato che “fra i cosiddetti ‘gladiatori’ possono esserci state sicuramente delle mele marce che hanno compiuto atti illeciti o lontani dalla mission dell’organizzazione, ma io credo che nel suo complesso Gladio, o Stay behind, non sia stata quella zona grigia che molti hanno descritto, ma un’organizzazione che va calata nel suo contesto storico, in un’epoca in cui il mondo era diviso nei due blocchi Usa e Urss con l’Italia al centro di una zona di cerniera”.
Affrontato anche l’argomento del rapporto, nel Dopoguerra, fra Italia e Stati Uniti al quale il libro dedica parecchie pagine. Garbellini ha anche chiesto a Follini di delineare le figure di Aldo Moro e Marco Pannella, più volte citate nel libro. “Due persone - ha detto l’ex parlamentare - per certi versi agli antipodi, ma con rapporti di amicizia e quotidianità con mio padre”. A proposito di Aldo Moro ci si è soffermati anche sul caso del suo sequestro e uccisione da parte delle Brigate Rosse: “Le Br sono state un fenomeno italiano, non eterodiretto, ma che possono aver fatto il gioco di alcuni attori stranieri. Moro non andava d’accordo con gli americani, ma non arrivo a dire che nel suo sequestro ci sia stato lo zampino degli Usa. Forse, però, ad un certo punto più di qualcuno si chiese come chiudere quella tragica pagina. La verità è che lo Stato italiano era impreparato a quel tipo di offensiva delle Br, che alla luce dei fatti, poi non portò a nessun esito perché i brigatisti agivano in nome di una follia irrealizzabile. Su questa vicenda, però, restano diversi interrogativi aperti”.
Follini, infine, ha sottolineato la distanza, in termini di preparazione politica e competenza “fra la classe dirigente della cosiddetta prima Repubblica e quella attuale. Ora manca una visione di Paese, la capacità di ascoltare, e pensare in prospettiva. Parlo di classe politica ma non solo. Gli stessi partiti non rivestono più il ruolo centrale dei decenni scorsi, e questo si vede analizzando la condizione stessa della nostra democrazia”.
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