VOCE
ORA LEGALE
17.11.2025 - 18:00
L’abolizione del cambio tra ora solare e ora legale torna sul tavolo politico con un sostegno popolare senza precedenti. Le 352 mila firme raccolte online hanno convinto Montecitorio ad avviare un percorso formale: domani la Commissione Attività produttive aprirà l’indagine conoscitiva richiesta da Sima, Consumerismo No Profit e dal deputato Andrea Barabotti, con l’obiettivo di valutare in modo sistematico gli effetti di un’ora estiva stabile. Se l’iter andrà avanti, una proposta normativa è attesa entro giugno 2026.
Il tema non è solo italiano. In Europa, dopo anni di stallo, la questione è tornata nell’agenda politica grazie alla spinta del premier spagnolo Pedro Sánchez, che ha definito il cambio d’ora «senza senso». Il Consiglio Ue ha rimesso il dossier in circolazione e il commissario all’Energia Dan Jørgensen ha annunciato un nuovo studio sul possibile superamento della rotazione semestrale.
I dati raccolti negli ultimi vent’anni mostrano un impatto economico rilevante: dal 2004 al 2025 l’Italia ha risparmiato 2,3 miliardi di euro e oltre 12 miliardi di kWh grazie allo spostamento delle lancette. Solo nei primi sette mesi del 2025, secondo Terna, il beneficio è stato superiore a 90 milioni di euro. Sul fronte ambientale, la riduzione stimata delle emissioni va dalle 160 alle 200 mila tonnellate di CO₂ annue. Un’ora legale permanente potrebbe generare ulteriori 720 milioni di kWh di risparmio e circa 180 milioni di euro in bollette.
Gli argomenti non si limitano all’energia. Secondo Sima, il ritorno all’ora solare altera il ritmo circadiano e incide su sonno, umore e parametri cardiaci. Aumentano gli incidenti nei giorni immediatamente successivi al cambio e cresce la vulnerabilità nelle ore di buio, con un impatto sulle statistiche dei reati predatori. Più luce la sera porterebbe invece benefici alle attività commerciali, alla ristorazione e al turismo, spingendo consumi e presenze nelle fasce serali.
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