VOCE
L’intervista al candidato
17.11.2025 - 15:00
Dopo aver corso alle elezioni comunali di Porto Viro, lo scorso maggio, con la lista civica “Porto Viro al centro”, ora Armida Panizzo, responsabile dei Servizi sociosanitari del Comune di Porto Tolle, dopo essere entrata in consiglio comunale, è di nuovo in corsa, come candidata al consiglio regionale, nella lista di Noi moderati.
Dopo la prima esperienza alle amministrative, come mai la scelta di mettersi in gioco nuovamente, dopo sei mesi, anche alle elezioni regionali?
“E’ una diretta conseguenza, perché sono stata contattata da esponenti di Noi moderati, che si erano sentiti in sintonia con l’impostazione della mia campagna elettorale e mi hanno chiesto se fossi interessata a entrare in lista. Prima di intraprendere questa nuova esperienza sono andata ad ascoltare Alberto Stefani quando ha presentato la sua candidatura. Lì è scattata l’illuminazione, perché ha parlato del sociale e la mia esperienza è proprio nel sociale e ritengo, proprio come ha detto lui, che sia una priorità. Quindi, ho deciso di dire di sì e di cercare di portare la mia esperienza professionale nella lista, nella coalizione e, eventualmente, se mai dovessi essere eletta, anche in consiglio regionale. Sia chiaro, non mi candido, come altri, per cercare un lavoro, perché io un lavoro ce l’ho ed è un bel lavoro che mi piace. Questo, a differenza di altri, mi permette di essere schietta e di non scendere mai a compromessi”.
A proposito di sociale, in questo momento in Veneto si sta completando, un po’ a rilento, la rivoluzione degli Ats, gli ambiti territoriali sociali. Lei ha un punto di osservazione privilegiato: cosa ne pensa?
“Sono favorevole alla nascita degli Ats. Lavorando nel sociale ho avuto modo di vedere che il sistema potrebbe funzionare meglio superando la frammentazione, perché ormai i Comuni sono di piccole dimensioni e, per forza di cose il sociale deve essere coordinato ad un livello superiore. Credo che con gli Ats si riuscirà a lavorare meglio, con figure più competenti anche in quei Comuni che da soli non riuscirebbero ad avere certe professionalità, perché ci sono Comuni che non hanno nemmeno gli assistenti sociali. Purtroppo i problemi sociali come ha evidenziato Stefani sono molti. E mi è piaciuto molto che abbia detto che vuole che il Veneto deve essere sempre più una comunità”.
Accanto al sociale, c’è la sanità, che è il primo ambito di intervento della Regione: cosa va bene e cosa c’è da migliorare?
“E’ evidente che in Polesine in questo settore abbiamo vissuto tempi migliori. Adesso il disegno è di dare più al privato, ma ritengo che sia necessario investire sempre di più sulla sanità pubblica. Se i cittadini pagano le tasse, devono avere tutti i servizi quando vanno negli ospedali, che va pur detto, sono comunque sempre molto validi. Ma ci sono stati molti tagli e chi vive nelle realtà periferiche del Polesine, con gli ospedali di Adria e Trecenta sempre più sguarniti, se vuole trovare alcune specialità deve per forza andare a Rovigo, se non a Padova”.
In questo momento si riaffaccia lo spettro delle estrazioni di metano in Polesine, da bassopolesana cosa pensa di questa ipotesi?
“Sono naturalmente a difesa mio territorio perché ci vivo e lo difendo. Questa prospettiva va certamente scongiurata, ma c’è anche un’altra battaglia che mi sta particolarmente a cuore, quella contro l’inceneritore di Loreo, nel Parco del Delta. Già prima di candidarmi a Porto Viro ho iniziato a partecipare agli incontri del comitato e ci sto mettendo la faccia contro l’insediamento di questa struttura inquinante: dobbiamo metterci in testa che siamo poveri di tutto e se abbiamo qualcosa è la bellezza del nostro territorio. Se per cinque posti di lavoro va tutto in malora, il Parco del Delta, il Mab Unesco, ci facciamo del male. Io scelgo salute, turismo e ambiente, ma tutti ormai se ne stanno rendendo conto”.
A proposito di emergenza, la pesca sta vivendo un momento difficilissimo...
“L’arrivo del granchio blu è come l’invasione delle cavallette, un evento distruttivo che nessuno poteva immaginare. Però è vero anche che la politica non ha aiutato, quando le cose andavano bene, a strutturare meglio la pesca. Tutti pescavano vongole e non è stato costruito un piano ‘B’. E’ stata gestita male anche questa cosa: a mio parere bisogna sempre pensare che il mare dà ma può anche togliere. Speriamo che questo momento negativo diventi un nuovo punto di partenza. E sono sicura che sarà così, perché il popolo dei pescatori è fatto di gente tenace e lavoratrice, come gli agricoltori, e troveranno altre soluzioni”.
Ha detto che sono state le parole di Stefani a convincerla a candidarsi, cosa l’ha convinta?
“La sua impostazione, che dal mio punto di vista, si slega da quella di Salvini, è più tranquilla, più dialogante. E’ veramente un moderato. Arriva dagli oratori e si vede: parla di famiglia, di valori, di persone e addirittura ha parlato degli animali domestici per i quali servono leggi speciali perché sono il conforto di tante persone sole. Non avevo mai sentito parlare un politico così. Forse è anche una questione generazionale. Io ho fiducia nei giovani, è ora che si mettano davanti e provino a cambiare le cose. Anche per questo faccio un appello ad andare a votare, perché se dovesse vincere l’astensionismo sarà comunque triste. Poi, se chi vota, scrive Panizzo, tanto meglio. Ma l’importante è che la gente vada a votare e rifletta anche sulle persone che si ricandidano e che, finché sono state là a Venezia, non hanno fatto tanto per il nostro territorio”.
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