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VILLANOVA MARCHESANA

“Io sono un sindaco di prossimità”

Maurizio Cagnoni, primo cittadino del paese di 900 abitanti, racconta: “Siamo dei factotum”

“Io sono un sindaco di prossimità”

Villanova Marchesana è uno dei comuni più piccoli della provincia di Rovigo: appena novecento abitanti. Maurizio Cagnoni, primo cittadino del paese, racconta con realismo e passione la sua quotidianità da “sindaco di prossimità”.

Cosa significa amministrare un paese di soli novecento abitanti?

“E’ più impegnativo di quanto si pensi, perché in realtà si deve fare quasi tutto. Anche l’organizzazione di un incontro pubblico o la sistemazione della palestra ricadono sul sindaco e su pochi collaboratori. Siamo un po’ dei ‘factotum’: capita di dover spostare casse, microfoni o sistemare la sala prima di una riunione. Ma lo facciamo con spirito di servizio, perché il paese ha bisogno di presenza costante”.

Villanova Marchesana è nota anche per la forte percentuale di migranti. Com’è la convivenza?

“Abbiamo circa novecento residenti ufficiali, ma in realtà sono di più: spesso famiglie numerose, soprattutto rumene e rom, con molti bambini. Questo crea qualche difficoltà di gestione e di integrazione, perché non tutti rispettano le regole della convivenza civile. Tuttavia, voglio sottolineare che i cittadini di Villanova sanno essere generosi e partecipi: quando organizziamo iniziative benefiche o di volontariato la risposta è sempre straordinaria. La nostra comunità ha un cuore grande”.

Il Po, che scorre a pochi passi, è più una risorsa o una minaccia?

“Una risorsa. Certo, durante le piene fa impressione, ma per noi è parte dell’identità del territorio. In passato si viveva di pesca, c’erano fornaci e piccole attività legate al fiume. Oggi le nuove generazioni lo vivono meno, ma resta un elemento fondamentale. Abbiamo una splendida garzaia, un’area golenale recuperata e tanta bellezza naturalistica da valorizzare”.

Eppure il turismo stenta a decollare. Perché?

“Manca una vera rete tra sindaci. Spesso ognuno pensa al proprio orticello, invece dovremmo lavorare insieme. Abbiamo la ciclovia Vento che passa proprio qui, e alcune imprenditrici locali stanno investendo in bed & breakfast e affittacamere. Il cicloturismo è una grande opportunità, ma serve fare squadra e promuovere il territorio nel suo insieme”.

Molti paesi si stanno spopolando e svendono le case. Come invertire questa tendenza?

“Stiamo notando un ritorno di residenti ‘di qualità’, persone civili che apprezzano la tranquillità e i costi contenuti. Certo, conviviamo anche con chi approfitta del nostro welfare senza rispettarne le regole, ma lavoriamo su progetti di integrazione e sensibilizzazione. Alcuni stranieri del Nord Europa - tedeschi, francesi, belgi - stanno acquistando case qui, segno che Villanova è vista come un luogo accogliente e vivibile”.

Cosa pensa dell’unione dei Comuni e del futuro delle piccole amministrazioni?

“Capisco chi sostiene che comuni da 800 o 900 abitanti siano troppo piccoli, ma resto convinto che il sindaco di prossimità sia un valore. Il problema vero è economico: ci tolgono risorse, come gli ultimi 14mila euro in meno dalla legge di bilancio 2025, che per noi pesano tantissimo. Dobbiamo puntare a bandi a costo zero e continuare a offrire servizi, ma senza ossigeno diventa difficile”.

Fra dieci anni come immagina Villanova Marchesana?

“Sono fiducioso. Dopo anni di immobilismo sto vedendo nuovi stimoli, persone che credono ancora nel nostro paese. Alcuni comprano casa qui, altri si impegnano nel volontariato. Forse noi residenti fatichiamo a vedere la bellezza dei nostri luoghi, ma chi viene da fuori se ne accorge subito. Villanova ha potenzialità enormi: dobbiamo solo crederci di più”.

Un piccolo comune che non si arrende, un sindaco che crede nella forza della sua gente e che si mette in gioco in prima persona. In un tempo in cui tutto sembra correre veloce, Villanova Marchesana resta ancorata alla sua identità: semplice, concreta, autentica come il suo Po.

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