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verso le regionali

“Difendiamo la sanità territoriale”

“Bene la legge 9 del 2024 che la divide dal sociale: portiamo i servizi vicino ai più fragili”

“Difendiamo la sanità territoriale”

Sindaco di Lusia dal 2012, presidente del Distretto 1 della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 5 Polesana e ora candidato alle elezioni regionali del Veneto del 23 e 24 novembre per Fratelli d’Italia in provincia di Rovigo. Luca Prando si presenta al voto rivendicando una lunga esperienza amministrativa radicata nel territorio polesano.

“Faccio politica dal 2007 e da dodici anni sono sindaco. Sono stato eletto per tre mandati e ringrazio i cittadini per la fiducia che mi hanno dato”, ricorda. Un percorso che, sottolinea, si è concretizzato in una serie di interventi visibili: apertura del museo e della biblioteca, recupero della torre civica, cura del verde e degli spazi pubblici.

Tra le opere che considera più significative, Prando indica innanzitutto la scuola: “La soddisfazione più grande è stata l’accorpamento dei plessi scolastici e l’aver dato ai ragazzi ambienti degni della nostra comunità”.

Un capitolo importante del suo racconto riguarda la capacità di intercettare finanziamenti pubblici. “Le opportunità ci sono, bisogna saperle cercare e a volte quasi inventarsi dove trovarle”, afferma. E rivendica una scelta precisa: “Nel nostro Comune non abbiamo autovelox, non facciamo multe per riempire le casse. Preferiamo impegnarci per ottenere risorse pubbliche disponibili, ma che spesso non vengono sfruttate”.

Sul tema sicurezza, che negli ultimi mesi preoccupa la provincia di Rovigo tra furti e atti vandalici, Prando illustra l’esperienza di Lusia: una piccola centrale operativa, quasi cento telecamere, sei varchi elettronici che leggono le targhe dei veicoli. “Sono strumenti utili, ma restano un palliativo: intervengono dopo che il fatto è accaduto”, avverte. La proposta è rafforzare la presenza sul territorio: “Serve riorganizzare la polizia locale, costruire accordi più stretti con carabinieri e forze dell’ordine, mettere più personale addestrato sulle strade. Una volta i vigili erano un presidio costante, oggi i controlli sono limitati: bisogna tornare a quell’idea di presenza capillare”.

Da presidente del Distretto 1 dell’Ulss 5, Prando porta in Regione soprattutto il dossier sanità. Sottolinea il valore della legge regionale 9 del 2024, che separa il servizio sanitario da quello sociale: “Il sociale verrà gestito dai Comuni attraverso un’azienda speciale o un consorzio. E’ positivo, perché siamo noi sindaci il primo interlocutore del cittadino”. Allo stesso tempo avverte: “Servirà una riforma generale che non penalizzi le aree periferiche, né tolga risorse e strutture come gli ospedali di Trecenta e Adria”.

Un esempio concreto di collaborazione tra enti arriva dal presidio sanitario di Lusia, dove Comune e Ulss hanno cofinanziato l’apertura di un punto prelievi. “Il Covid ci ha insegnato che la centralizzazione estrema non funziona. I servizi vanno portati vicino alle persone, soprattutto anziani e fragili. I punti sanità esistenti vanno rafforzati, implementati, riorganizzati”.

Sul fronte dei medici di base, Prando richiama la necessità di rendere il Polesine più attrattivo: “Oggi non c’è una regola comune: alcuni Comuni offrono ambulatori gratuiti, altri lasciano i medici da soli. Dobbiamo definire una linea condivisa, dando locali idonei e magari anche alloggi a chi sceglie di lavorare qui. Il medico di base è una figura sotto pressione, ma va sostenuta, non lasciata in solitudine”.

Il capitolo lavoro guarda soprattutto ai giovani. “In provincia di Rovigo abbiamo aziende di livello internazionale, ma manca l’aggancio stabile tra scuola e impresa”, sostiene. La sua proposta è una “formazione applicata”, fatta di veri percorsi studio-lavoro pluriennali in azienda, non di stage brevi e poco utili. “I ragazzi devono innamorarsi dei mestieri e delle competenze tecniche, altrimenti rischiamo di perdere professionalità fondamentali”.

Prando cita l’esempio degli artigiani che dedicano il venerdì pomeriggio a insegnare ai giovani a saldare o a lavorare sugli impianti: “Anche se diplomati, molti non hanno dimestichezza con le attrezzature. Se gli operai esperti vanno in pensione senza passare il testimone, tra qualche anno mancherà persino chi sostituirà una lampadina su un lampione”.

A pochi giorni dal voto, il messaggio finale è rivolto agli elettori polesani: “Parliamo sempre di Polesine che deve tornare protagonista. Il primo passo è andare a votare, con coscienza. Le regionali sono una grande opportunità perché, oltre al partito, si sceglie la persona. Io mi propongo come voce del territorio: sono sindaco, conosco i problemi dei cittadini, ho concretezza e passione politica. Se vorrete darmi fiducia, sarò orgoglioso di rappresentarvi in Regione”.

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