VOCE
l'allarme
19.11.2025 - 05:00
Dal caro vita alla sanità, dalle case di riposo alla non autosufficienza, dalle pensioni al welfare pubblico. Ieri mattina i pensionati in piazza per distribuire volantini e ribadire le richieste e le necessità della popolazione più anziana e più fragile del Paese.
Secondo lo studio dello Spi Cgil nel 2025 in Polesine ci sono 19.513 (12.186 donne) over 80, di cui si stima che 7.805 siano i non autosufficienti. Nel 2030 si stima che siano 20.927 (12.294 donne), di cui 8.371 non autosufficienti. E quindi 1.414 over 80 in più (più 7%) di cui 566 non autosufficienti in più (più 7%).
E ieri la mobilitazione della Cgil in piazza “contro una legge di bilancio ritenuta iniqua e senza visione del futuro”. Anche lo Spi Cgil del Veneto e del Polesine, ha partecipato alla mobilitazione. Sulla tutela del potere d’acquisto sottolineato che “il carovita ha messo in ginocchio moltissimi anziani. In Veneto, come testimonia una recente indagine dello Spi su dati Istat, nel 2024 l’ultra65enne che vive da solo ha dovuto sborsare in media 1.545 euro al mese ovvero 52 euro al giorno. Nel 2025, stimando un’inflazione dell’1,8 per cento, a parità di acquisti l’anziano pagherà circa 25 euro in più al mese. Se invece parliamo di una coppia di ultra65enni la spesa supera i 2 mila e 400 euro, circa 81 euro giornalieri. Per gran parte dei pensionati veneti è impossibile arrivare a fine mese”.
Sulle pensioni “sia per il 2023 che per il 2024 il Governo ha applicato un meccanismo di rivalutazione penalizzante per le pensioni con trattamenti superiori a 4 volte il trattamento minimo. Ricordiamo che in Veneto l’assegno medio è di circa 1.300 euro netti mensili. Restano poi enormi le differenze fra assegni riservati agli uomini e quelli che incassano le donne. In media, infatti, le pensionate venete hanno entrate inferiori del 30% rispetto a quelle dei “colleghi” maschi. Il sindacato chiede dunque certezza della piena rivalutazione degli assegni”.
E ancora: “Sulle liste d’attesa eterne, penuria di medici di base e di personale infermieristico, disinvestimenti nel pubblico a favore del privato. Sono queste le principali e drammatiche criticità che riguardano la sanità in Italia e dove cresce il numero di persone (soprattutto anziane) che non si cura”.
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