VOCE
Urbanistica
19.11.2025 - 07:00
Uno stop al restauro arrivato ben 10 mesi dopo la presentazione della Scia, cioè la segnalazione certificata di inizio attività, e che rappresenta un freno verso la nuova vita di palazzo Oliva. Lo storico immobile situato nel cuore del centro storico, affacciato su via Angeli, che per anni è stato abbandonato e lasciato preda del degrado e che da proprietà dell’Accademia dei Concordi nel 2023 è passato di mano diventando proprietà di una società di ingegneria, è stato al centro di una battuta d’arresto dettata dalla burocrazia che fa da sfondo alle pratiche edilizie. E così, il maxiprogetto di restauro e risanamento conservativo che avrebbe dovuto trasformare l’immobile in un complesso di 15 unità immobiliari e che comprende anche il consolidamento strutturale, oltre che la demolizione di un locale accessorio esistente e la successiva ricostruzione con una diversa sagoma e sedime, deve attendere. Attendere che la procedura venga adeguata ai provvedimenti. Il tutto con il via libera da parte della Soprintendenza già acquisito.
Posto che comunque i lavori per rimettere a nuovo palazzo Oliva non sono mai iniziati, quello che colpisce sono le tempistiche della brusca frenata. E le modalità che hanno portato poi al nodo cruciale della vicenda. Nodo rappresentato da una determina firmata dal dirigente dell’urbanistica Christian Scalabrin e risalente allo scorso 30 ottobre con la quale viene dato corso all’annullamento d’ufficio in autotutela della Scia alternativa al permesso di costruire. Scia che era stata presentata dalla proprietà ben 10 mesi prima, il 20 dicembre 2024. Come mai ci è voluto così tanto tempo per arrivare all’annullamento? Il motivo, come spiegato nel documento, è stato determinato da varie cause. La prima di queste riguarda la complessità dell’intervento, per questo prima della presentazione della Scia, “sono stati svolti diversi incontri con lo studio incaricato dalla proprietà al fine di assicurare che la pratica edilizia in corso di presentazione risultasse completa e corretta, tanto sotto il profilo formale quanto sotto quello sostanziale”. Da questa ragione è dipesa la seconda causa: “In ragione degli incontri svolti - si legge del documento - dell’elevato numero di pratiche trattate dagli uffici e dalla complessità delle relative attività istruttorie, nonché del periodo in cui è stata depositata (20/12/2024)”, non è stata trasmessa nei termini la comunicazione di “ordine motivato di non effettuare l’intervento” prevista per legge.
In altre parole, il troppo lavoro degli uffici e la presentazione della Scia giusto pochi giorni prima di Natale hanno fatto “saltare” la comunicazione al privato di fermarsi. Una dimenticanza alla quale il Comune ha posto rimedio solo lo scorso 2 ottobre, a quasi 10 mesi di distanza dalla comunicazione della proprietà. Perché l’ordine motivato di non effettuare l’intervento è stato trasmesso, appunto, il 2 ottobre. La determina definisce l’ordine “doveroso” per varie ragioni: “Non risulta verificato lo stato legittimo del fabbricato”, inoltre vengono contestati l’intervento per la costruzione del portico da destinare a posti auto coperti, il progetto di recupero del sottotetto ai fini abitativi, la realizzazione di nuove terrazze “a tasca” nella copertura. Ad ogni modo, l’annullamento della Scia non è nulla di grave o irrecuperabile in quanto la comunicazione di inizio lavori non è mai pervenuta al Comune e, infatti, i lavori non sono mai iniziati. E dunque, si riparte da zero.
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