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“Serve nuova politica industriale”

“Necessario piano da 8 miliardi l’anno per tre anni. Anche in Veneto lento declino, occorre reagire”

“Serve nuova politica industriale”

“Una nuova politica industriale per il sistema delle imprese e per la nostra comunità”. Lo ha chiesto la presidente di Confindustria Veneto Est Paola Carron. Ieri al centro congressi della fiera di Padova, l’assemblea generale 2025 di Confindustria Veneto Est, seconda territoriale del sistema Confindustria, che rappresenta 5.119 imprese associate, quattro province - Venezia Padova Rovigo Treviso - e oltre 281.000 collaboratori. L’assise, dal titolo “2025-2035. Il tempo delle scelte”, ha registrato oltre 2.200 partecipanti.

Paola Carron, alla sua prima assemblea da presidente di Confindustria Veneto Est, nella relazione di apertura ha sottolineato i cambiamenti senza precedenti - guerre, dazi, tecnologia - che hanno trasformato il mondo, alimentando il senso di solitudine degli imprenditori. Ma di fronte ai quali “c’è un’Italia silenziosa e tenace, consapevole di dover andare avanti. L’imprenditoria e la società venete ne sono parte integrante”. Siamo la seconda manifattura d’Europa. “Eppure, in Italia si fa sempre più fatica a parlare di industria, nonostante la crescita appena dello 0,5% e il rischio di perdere partite cruciali come l’acciaio di base e l’automotive”. Da qui un messaggio chiaro alla politica: “Senza una politica industriale forte e condivisa, la crescita resterà solo una parola. Sostenere l’industria significa sostenere l’Italia”. Una visione chiara anche per il Veneto: “Il pericolo più grande non è la turbolenza, ma agire con la logica di ieri. Il Veneto non può e non deve commettere questo errore. Servono coraggio, capacità di adattamento e un nuovo modello di sviluppo”.

L’assemblea ha visto anche il videomessaggio di Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo. Quindi gli interventi di Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, Stefano Barrese, responsabile divisione banca dei territori Intesa Sanpaolo, e dell’economista Carlo Cottarelli.

Le priorità per le imprese. Dal palco la presidente ha sostenuto con forza la proposta di Confindustria al Governo: “Un piano straordinario da 8 miliardi di euro l’anno, per almeno tre anni, per sostenere la crescita e la modernizzazione del sistema produttivo. Un piano e uno sforzo congiunto con il Governo che, secondo gli industriali, deve incentivare gli investimenti traghettando la più ampia platea di aziende all’utilizzo delle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, rafforzare la produttività e utilizzare tutte le leve fiscali e finanziarie a sostegno delle aziende”.

Il Veneto Il Veneto, pur con i suoi primati ed eccellenze, “non è estraneo al lento declino dell’economia e società italiane. Questo è il momento in cui dobbiamo immaginare e programmare il futuro della nostra regione almeno per i prossimi dieci anni. Servono coraggio, capacità di adattamento e un nuovo modello di sviluppo”, ha dichiarato Paola Carron.

La presidente ha sottolineato che il Veneto adesso “può e deve costruire una nuova area vasta - una ‘città di città’ - capace di concorrere con le altre realtà metropolitane europee e trae forza proprio dalla posizione strategica del Veneto”. Finito l’apporto del Pnrr “è indispensabile che la gestione dei fondi di coesione rimanga in capo alle Regioni e non già centralizzata a Roma, intercettando le nuove priorità”.

Ai candidati Ai candidati alla presidenza della Regione del Veneto, Paola Carron ha rivolto un appello: “Ponete l’industria e il lavoro al centro delle politiche regionali e siate conseguenti nelle vostre decisioni”.

Carron ha anche rilanciato la questione settentrionale “cioè il riposizionamento competitivo del Nord industriale, come la sfida più grande per il rilancio produttivo del Paese. “Non faccio riferimento né all’autonomia, né a questioni di natura fiscale bensì all’attività manifatturiera. Il Settentrione nel suo complesso è chiamato a realizzare una grande trasformazione del modello di sviluppo. Obiettivo raggiungibile solo se perseguito in modo trasversale da tutte le Regioni, da Est a Ovest, facendone un’unica grande piattaforma produttiva”. Un esempio su tutti i prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026, capaci di esprimere al meglio la collaborazione positiva tra regioni e territori.

E infine: “È giunto il tempo delle scelte. Perché il futuro non si attende ma si costruisce. Sta a noi - istituzioni, imprese, lavoratori, comunità - scegliere di essere protagonisti del cambiamento”.

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