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Caorle, al Museo nazionale di archeologia del mare arriva “La grotta del suono – 35.000 anni di note”

Un viaggio nel tempo attraverso suoni, luci e suggestioni sensoriali

Caorle, al Museo nazionale di archeologia del mare arriva “La grotta del suono – 35.000 anni di note”

Ph. Tramedistoria, Copyright © Tramedistoria

CAORLE - Un viaggio nel tempo attraverso suoni, luci e suggestioni sensoriali approda al Museo nazionale di archeologia del mare di Caorle con l’installazione “La grotta del suono – 35.000 anni di note”. L’iniziativa, a cura di Simone Pedron, archeologo e musicista nonché presidente di Tramedistoria Impresa Sociale, sarà inaugurata sabato 29 novembre alle ore 11:00 e rimarrà aperta fino al 3 maggio 2026. Il progetto è realizzato dalla Direzione regionale Musei nazionali Veneto in collaborazione con Tramedistoria e con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Città di Caorle.

Dopo il successo delle edizioni 2024 e 2025 al Museo Vittorino Cazzetta di Selva di Cadore, l’esperienza sensoriale arriva a Caorle per raccontare l’evoluzione della musica umana dal Paleolitico Superiore all’Età del Rame. Il percorso immersivo consente al visitatore di percorrere 35.000 anni di storia del suono, attraverso la riproduzione di strumenti musicali preistorici come flauti in osso, fischietti, tamburi in terracotta e conchiglie-tromba, ricostruiti a partire da reperti originali.

L’installazione combina suoni registrati in quadrifonia, giochi di luce calda e fragranze naturali, evocando gli ambienti frequentati dalle prime comunità umane. La colonna sonora è stata registrata nel Castello di Andraz (Belluno) e realizzata con la collaborazione delle musiciste Eleonora Demattia e Virginia Salvatore, con la produzione audio di Federico Pelle dello Studio The Basement di Vicenza.

«Da sempre l’uomo usa il suono per comunicare e sentirsi parte di un tutto più grande», spiega Simone Pedron. «I suoni degli strumenti musicali preistorici raccontano la nascita dell’ascolto e del gesto, il primo linguaggio dell’umanità». L’esperienza si ispira anche agli studi dell’antropologo Emmanuel Anati, secondo cui la musica preistorica nasceva come codice emotivo e comunicativo, antecedente al linguaggio verbale.

All’interno dell’aula didattica del museo sarà ricreato l’ambiente di una grotta preistorica, con pannelli raffiguranti pitture rupestri, luci simili a torce e profumi naturali. Al primo piano, nella sala conferenze, sarà proiettato un video di approfondimento sugli strumenti e sulla ricerca acustica che ha dato vita al progetto.

Particolare rilievo avrà il collegamento con il relitto del brigantino militare “Mercurio”, affondato nel 1812, i cui reperti sono custoditi nel museo. Durante la visita, sarà possibile ascoltare la replica di un fischietto in osso rinvenuto nel relitto, interpretato come lo strumento del nostromo utilizzato a bordo per impartire ordini, un suono che collega idealmente la musica preistorica alle voci del mare.

L’inaugurazione sarà accompagnata da una conferenza divulgativa sull’archeologia musicale e nei giorni successivi si terranno laboratori didattici per bambini e ragazzi, dedicati alla costruzione di strumenti musicali preistorici con materiali naturali.

Con questa nuova installazione, il Museo nazionale di archeologia del mare di Caorle conferma la propria vocazione a trasformare la conoscenza in esperienza sensoriale, intrecciando la storia del mare con quella dell’uomo.

La mostra sarà poi accessibile al pubblico fino al 3 maggio 2026 con il biglietto del museo.

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