Cerca

l'allarme

"Non vogliamo essere la terra dei polli e del biogas"

Angelo Zanellato rilancia la protesta della comunità di Mazzorno Destro

Stop all’allevamento di polli a Boara

Un incontro con la comunità di Mazzorno Destro, frazione del Comune di Taglio di Po, che ben presto si è trasformato in una riflessione sul modello di sviluppo – o, meglio, sfruttamento – al quale sta andando incontro il nostro Polesine e sulle storture che ne deriveranno, come denuncia Angelo Zanellato, segretario provinciale del Partito Democratico e candidato consigliere alle prossime elezioni regionali.

Il dato di partenza è stato il grido di allarme della piccola comunità, 150 abitanti circa in tutto, che ha portato all’organizzazione della riunione. In paese, infatti, la situazione, segnalano i residenti, è ormai invivibile – hanno lamentato i residenti – alla luce del vero e proprio “assedio” degli allevamenti intensivi di polli, le cui esalazioni rendono la vita praticamente impossibile. Una situazione che pare destinata tra l’altro a peggiorare, alla luce della pratica, già in corso, di potenziamento di uno di questi stabilimenti, che porterà a breve la capienza da 500mila a un milione di polli.

“Tanto l’amministrazione comunale quanto quella provinciale – ha spiegato Zanellato – avrebbero potuto opporsi, dal momento che le basi normative per farlo c’erano, ma, evidentemente, hanno scelto di non farlo. Questo è un modello di sviluppo che non fa il bene del territorio, che non registra, da impianti di questo tipo, alcuna ricaduta positiva, nemmeno a livello occupazionale o economico”.

Strettamente connessa a questa tematica è stata quella della vera e propria invasione che zone come Mazzorno stanno subendo, da parte di multinazionali o comunque società estere e in ogni caso non polesane, che hanno scelto il nostro territorio come sede privilegiata di impianti a biomasse per la produzione di biogas o per parchi fotovoltaici. “Anche in questo caso – ha proseguito il candidato consigliere – i benefici per il nostro territorio sono nulli, sia come indotto che dal punto di vista energetico, dal momento che la produzione viene commercializzata altrove”.

Se, però, mancano i benefici, vi sono senza dubbio le ricadute pesantemente negative. “In primo luogo per gli agricoltori – ha proseguito il candidato consigliere – che si trovano ‘stritolati’ dall’aumento del costo di affitto dei terreni che questa deprecabile modalità di sfruttamento inevitabilmente provoca. C’è, poi, l’aspetto ambientale, come l’aumento della concentrazione di nitrati – inquinanti - nei terreni, frutto della presenza di impianti a biogas e biomasse e della correlata importazione di ingenti quantità di liquami”.

Insomma: quello che è in atto è un vero e proprio assalto al nostro territorio da parte di investitori che, su di esso, non lasciano nulla. Una ulteriore conferma della marginalità e della insignificanza alla quale è stato relegato il Polesine dopo 31 anni di governo regionale di centrodestra.

 

 

 

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400