VOCE
ficarolo
21.11.2025 - 08:00
Un territorio pieno di potenzialità, ma ora come ora in forte sofferenza e a rischio spopolamento, l’Altopolesine, per il quale però le contromisure ci sono, a patto di volerle attuare. Esattamente come non ha in alcuna maniera fatto il centrodestra in questi 31 anni ininterrotti di governo regionale.
Questa la fotografia che è emersa dal partecipatissimo incontro organizzato nella serata di mercoledì, nella sede Auser di Ficarolo, da Polesine Progressista. A incontrare il folto pubblico i due candidati consiglieri regionali del Pd alle prossime regionali Nicola Zanca ed Emanuela Pizzardo, che hanno chiuso la rassegna che ha presentato tutti e cinque i componenti del gruppo di candidati dem polesani.
Un argomento centrale è stato quello delle misure che si possono mettere in atto per trattenere e attirare i giovani sul territorio. Perché non è assolutamente vero che non si possa fare nulla. L’esempio portato è stato quello dell’Emilia Romagna e della Toscana, che si sono impegnate per garantire asili nido gratuiti. Altri incentivi potrebbero essere applicati per favorire la residenzialità delle giovani coppie che scelgono questo territorio. Tutte misure attuabili, a patto di volerlo fare. Come dimostrato, appunto, dall’evidenza che c’è chi lo ha già fatto, da anni e con successo.
Altro punto che ha suscitato interesse e dibattito è stato quello relativo alla vera e propria “invasione” di impianti a biomasse e a biogas che si sta verificando in Polesine: oltre 60, tra quelli già esistenti e quelli in fase di autorizzazione. Una presenza alla quale, di fatto, non corrispondono benefici, ma solo oneri, in termini di inquinamento e appesantimento della viabilità. Chi propone questi insediamenti, infatti, nella stragrande maggioranza dei casi sono società di investimento che operano ben al di fuori del Polesine e ben al di fuori del Polesine commercializzano l’energia ricavata e dirottano i ricavi.
Un passaggio, quindi, sull’annoso tema della viabilità, con uno stato della rete di collegamenti estremamente penalizzante per l’Altopolesine: si è tornato a porre l’accento sulla necessità di un allacciamento tra A31 ed Eridania, ma anche del completamento della Nogara Mare.
Infine, forse il tasto più dolente del Veneto nel suo insieme, frutto di una precisa scelta politica del centrodestra in questi tre decenni di governo continuo: la sanità. Una sanità sempre più lontana dal cittadino, che non trova risposte sul territorio, dai medici di medicina generale e dai pediatri, e che si trova costretto ad affollare – e intasare – i pronto soccorso. Un cittadino costretto ad attese di mesi, se non anni, per prestazioni sanitarie, se non vuole essere costretto a pagarsi le cure rivolgendosi al privato.
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