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La tragedia

Era padre di quattro figli, ed è morto lavorando

Si chiamava Said El Qadi, 46 anni, la vittima del terribile incidente sul lavoro

Era padre di quattro figli, ed è morto lavorando

Tre morti sul lavoro in meno di un mese. Un tributo di sangue pesante e inaccettabile, quello che il Polesine sta pagando.
Nel pomeriggio di domenica 23 novembre, verso le 16.30, all’azienda “Il Polimero” di via Martiri di Belfiore, a Sant’Apollinare, ha perso la vita Said El Qadi, 46 anni, marocchino, residente a Pordenone, ma che da circa un anno e mezzo viveva ad Arquà Polesine. Era un lavoratore interinale. In questo momento, a quanto si apprende, aveva un contratto di una quindicina di giorni.
Padre di quattro figli, il maggiore di terza superiore, il minore alle elementari di Arquà, lascia, oltre ai ragazzi, la moglie. Una tragedia devastante.

Secondo le prime ricostruzioni - che comunque dovranno essere confermate dal prosieguo degli accertamenti - al momento della tragedia si trovava alla guida di un muletto, quando il mezzo si è ribaltato, schiacciandolo. I traumi sono stati devastanti e lo hanno ucciso sul colpo. Vani, per quanto immediati, i soccorsi portati dal personale del Suem 118. Intervenuti anche i carabinieri e i vigili del fuoco. Gli accertamenti sono stati presi in mano dal personale dello Spisal, l’ufficio dell’Ulss 5 Polesana che si occupa di sicurezza sul lavoro e, nel caso di incidenti, assume anche le funzioni di polizia giudiziaria. Dell’accaduto è stata informata la Procura, col sostituto procuratore di turno che si è recato sul posto. Starà ora proprio alla magistratura inquirente disporre eventuali approfondimenti sull’incidente mortale.

Come detto, è la terza tragedia sul lavoro in meno di un mese. Lo scorso 27 ottobre, a Rosolina, aveva perso la vita Luca Domenicale, 29 anni, giovane marito e papà, schiacciato sotto un macchinario. Lo scorso 4 novembre, invece, a San Martino di Venezze, era morto Mirco Furlin, 47 anni, papà separato, di Monselice. Un artigiano esterno che stava lavorando su un silos per la manutenzione, quando, secondo i primi riscontri, è precipitato per quasi otto metri. Anche in questo caso, inutili i soccorsi.
I sindacati hanno espresso solidarietà alla famiglia della vittima e costernazione per l’ennesimo incidente sul lavoro.

Cisl e Cgil hanno sottolineato come solo pochi giorni fa era stata chiesta attenzione, prevenzione e sicurezza nei posti di lavoro con l'appello davanti alla prefettura di Rovigo. nel pomeriggio di ieri la Uil del Veneto ha diffuso una nota per dire che “Il Veneto piange un’altra morte sul lavoro, questa volta nel rodigino. La catena di morti si allunga, Rovigo paga un prezzo sempre più alto in termini di vite umane e nonostante ci sia una chiara casistica, non si riesce a intervenire: gli incidenti per schiacciamento sono i più numerosi, nella nostra regione, dopo le cadute dall’alto. Stringendoci ai familiari e ai colleghi della vittima, ribadiamo la necessità di una presa di coscienza collettiva”.

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