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elezioni regionali

FdI non vola, Valeria Mantovan sì

Il partito è stato praticamente doppiato dalla Lega

FdI non vola, Valeria Mantovan sì

Verso le 22, dopo ore di attesa, nella sede elettorale di via Cesare Battisti a Porto Viro, l’atmosfera si è sciolta in un applauso liberatorio. Con il seggio scattato per FdI nel riparto dei resti e oltre 4mila preferenze, Valeria Mantovan, assessore uscente, si è assicurata l’ingresso in consiglio regionale.

Fin dal pomeriggio, si era respirato un clima di attesa e misurato ottimismo. Tra i presenti anche il consigliere comunale di minoranza di Porto Viro Stefano Permunian, impegnato nel team che ha raccolto e verificato i dati in arrivo dai vari comuni del territorio. Gli aggiornamenti, inizialmente prudenti, hanno progressivamente delineato un trend favorevole, poi confermato con l’avanzare dello scrutinio serale. L’arrivo della candidata è stato accolto dall’abbraccio caloroso di una ventina di sostenitori, presenti fin dalle prime ore del pomeriggio. Tra entusiasmo e abbracci calorosi, Mantovan ha condiviso l’emozione del momento: “Sono grata per il lavoro svolto dal partito, dagli amici e dai sostenitori. Il valore più grande è il rispetto della scelta della cittadinanza: è questo ciò che conta davvero. Sono fiera e profondamente grata che qui a Porto Viro le preferenze abbiano superato il migliaio, ringrazio tutti i cittadini che mi hanno supportato”.

Se per Mantovan è comprensibile la gioia per il risultato personale, che il dato fosse deludente per Fratelli d’Italia si era capito ieri sera, fin dalle prime ore dello scrutinio. Intorno alle 18, nella sede provinciale di via Mure San Giuseppe erano attesi il commissario provinciale e senatore Bartolomeo Amidei e il coordinatore comunale Matteo Zangirolami. Invece, la sede era buia e chiusa mentre il giovane Niccolò Destro, esponente del direttivo, ha atteso che qualcuno arrivasse “armato” di chiavi. Poi, nel giro di pochi minuti, è arrivato Zangirolami seguito a ruota da Flavio Mancin e da alcuni componenti del direttivo rodigino come Luigi De Falco e Fabio Baroni. Il gruppo si è sistemato davanti al pc, per seguire lo spoglio mentre nella stanza adiacente qualcuno ha steso una tovaglia sul tavolo, accanto ad una bandiera di FdI, e ha sfoderato pane biscotto, qualche salame, una grossa fetta di pecorino e qualche bottiglia di vino. E poco più tardi è arrivata pure la grappa.

Se il buffet sia stato provvidenziale per lenire la delusione resta un mistero. Perché è inutile girarci intorno, il mancato balzo di FdI e, parallelamente, l’exploit della Lega, è bruciante. E se la sala principale della sede è rimasta tristemente vuota, intorno alle 22, quando al termine dello scrutinio mancava una manciata di sezioni e l’assessore Mantivan aveva sfondato abbondantemente il tetto delle 4mila preferenze seguita a ruota da Fabio Benetti sopra le 2mila, il coordinatore Zangirolami ha rotto il silenzio facendo alcune considerazioni: “La prima sulla quale credo che tutta la politica debba riflettere - afferma - è il dato del fortissimo astensionismo, un dato allarmante che deve farci riflettere. La seconda considerazione riguarda FdI che a Rovigo ha più che raddoppiato il risultato delle precedenti regionali da 9,7 a 22,3%. FdI Rovigo è comunque la seconda provincia del Veneto con il risultato migliore e questo è un dato confortante. La performance dei singoli candidati mi sembra buona e in modo particolare, devo dire che il nostro assessore uscente è stato il valore aggiunto per la lista. Chiaro che si è sentito l’effetto Zaia perché ai voti della Lega si sono in parte sommati i voti dell’a vecchia lista Zaia. Il fatto di avere candidato a governatore un esponente della Lega ha agevolato la Lega e penalizzato FdI. Ad ogni modo, FdI è il secondo partito in assoluto a livello regionale dunque il bicchiere è mezzo pieno. Attendiamo i dati definitivi per avere il quadro completo e capire se comunque scatta seggio per FdI, ma crediamo di sì”. Alla fine il seggio per FdI Rovigo è scattato, e su questo Zangirolami conclude: “Le attese erano importanti, non nascondo che rispetto alle attese c’è una certa delusione. Ci abbiamo creduto fino alla fine di poterci confermare come primo partito”.

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