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Dalle alghe marine al campo

Soluzioni agricole, cosmetiche e farmaceutiche in una filiera che punta a qualità e rispetto ambientale

Dalle alghe marine al campo

Dalle fronde d’alga raccolte a mano dai pescatori delle coste sudafricane al prodotto finito destinato a migliorare qualità e produttività delle colture agricole in 80 Paesi del mondo. È la filiera che ruota attorno al nuovo stabilimento di K-Adriatica inaugurato a Cape Town, il primo fuori dall’Europa dedicato a un solo biostimolante: “eK-lon Max”, ricavato dalla macroalga Ecklonia Maxima e concepito per rafforzare le piante e migliorarne la tolleranza agli stress. Dalla stessa alga si ottengono inoltre derivati utilizzabili nei settori della cosmesi e della farmaceutica. “Il nuovo impianto alimenta la nostra sfida di fornire all’agricoltura strumenti sostenibili a elevata efficacia, incarnando un tipo d’investimento per noi fuori dall’Europa e accompagnandosi a obiettivi di crescita molto importanti”, afferma Massimo Ferro, presidente di K-Adriatica, realtà veneta con sede a Loreo, oltre 220 dipendenti e otto filiali commerciali nel mondo, da oltre mezzo secolo impegnata nello sviluppo di soluzioni nutritive per le colture.

Lo stabilimento sudafricano, entrato in produzione a settembre dopo un investimento da 1 milione di euro, supera i mille metri quadrati e dispone di una capacità produttiva di 5 mila tonnellate l’anno di biostimolante.

“La tecnologia impiegata nell’impianto è di nostra proprietà e si segnala per la capacità unica di trattenere oltre il 98% delle componenti bio-attive delle fronde di Ecklonia Maxima, trasferendole interamente nel prodotto finito e certificato Ce, che destineremo alle colture di 80 Paesi del mondo”, spiega l’amministratore delegato Giovanni Toffoli. A Cape Town saranno prodotte ogni anno anche 5 mila tonnellate di pasta di Ecklonia Maxima, materiale destinato a sviluppi in cosmetica e farmaceutica: nel primo caso per prodotti antiossidanti, idratanti e protettivi; nel secondo come fonte naturale di polifenoli, alginati e micronutrienti. “Le fronde sono immediatamente refrigerate e trasformate, ottenendo così una pasta stabilizzata ricca di composti bioattivi naturali, pronta per essere integrata in qualunque formulazione, comprese quelle cosmetiche e nutraceutiche-alimentari, grazie alla preservazione della sinergia dei suoi componenti”, aggiunge Toffoli.

L’Ecklonia Maxima, tipica delle coste atlantiche di Sudafrica e Namibia, è una macroalga bruna ricca di polifenoli marini, florotannini, acido alginico e sostanze in grado di stimolare nella pianta la biosintesi endogena di fitormoni naturali come auxine e citochinine. K-Adriatica, attraverso la filiale Adriatica Sudafrica, detiene una delle tre concessioni governative per la sua raccolta. Si tratta di una materia prima tracciabile, stabile e biologicamente attiva. I test certificati dall’azienda indicano che il biostimolante ottenuto favorisce lo sviluppo radicale, riattiva la crescita vegetativa, aumenta la tolleranza agli stress abiotici come la siccità e contribuisce a migliorare la produttività sia in quantità sia in qualità. Le sperimentazioni rientrano nel programma aziendale “Less is more”, che punta a ridurre gli input esterni attraverso strategie agronomiche più efficaci e rispettose dell’ecosistema, facendo leva su biomasse marine rinnovabili in linea con la strategia europea “Farm to Fork”.

“Tra gli strumenti naturali più promettenti per sostenere la produttività agricola in condizioni di crescente pressione ambientale c’è proprio l’utilizzo di estratti di macroalghe – spiegano da K-Adriatica –. Nel caso dell’Ecklonia Maxima selezioniamo solo le fronde, mai le radici o la base del tallo, garantendo la capacità rigenerativa dell’alga e la continuità della risorsa”. La frontiera dei biostimolanti, basata su materie prime vegetali o animali e ritenuta sempre più strategica in un mondo destinato a superare i 10 miliardi di abitanti entro il 2080, continua a espandersi: negli ultimi dieci anni l’offerta è cresciuta oltre il 10% annuo, con un mercato europeo stimato in 5 miliardi. L’Italia è tra i Paesi pionieri del settore, e K-Adriatica – nata dal recupero dei sali di potassio dagli scarti della lavorazione della barbabietola da zucchero – prosegue in quella direzione con la propria unità di Ricerca & sviluppo. È dai laboratori di Loreo che prende avvio il processo produttivo del biostimolante “eK-lon Max” e della pasta di Ecklonia Maxima ora realizzati nel nuovo stabilimento sudafricano, dove le lavorazioni avvengono a basse temperature e senza l’impiego di solventi chimici.

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