La plenaria di Strasburgo tra il 24 e il 27 novembre si apre sotto il segno di un nuovo possibile strappo politico. Mercoledì 26 il Parlamento voterà la semplificazione della legge europea sulla deforestazione, pensata per garantire che i prodotti immessi nel mercato comunitario non provengano da aree disboscate. Dopo l’inedita saldatura tra popolari e destre del 13 novembre sugli obblighi di sostenibilità, la maggioranza che sostiene la Commissione von der Leyen torna a scricchiolare.
Al centro della contesa c’è la gestione della nuova proposta della Commissione: la plenaria dovrà definire gli aggiustamenti destinati a facilitare l’applicazione del regolamento, con periodi transitori e alleggerimenti per micro e piccole imprese. Un capitolo tecnico trasformato in terreno di scontro politico.
Il clima si è irrigidito quando il Ppe ha annunciato emendamenti che riprendono “parola per parola” la posizione dei governi, inclusa una proroga di un anno per intervenire sul testo. Una mossa senza accordo preventivo con socialisti, liberali e Verdi, che denunciano il rischio di una nuova convergenza con l’estrema destra. Gli S&D parlano di un gruppo popolare sottratto al confronto al centro e invitano a rinegoziare la linea comune.
Mentre la frattura sulla deforestazione resta il dossier più politico, l’agenda dell’Aula scorre densa. Martedì 25 prende il via il confronto sull’Omnibus digitale, il pacchetto che aggiorna le norme europee su intelligenza artificiale, cybersicurezza e protezione dei dati. Un equilibrio fragile tra semplificazione e tutele, con imprese pronte a chiedere minori oneri e deputati preoccupati per un possibile indebolimento dei diritti digitali.
Sul fronte sociale, la plenaria affronta due passaggi chiave per la sicurezza dei minori: nuove norme per limitare la vendita di giocattoli non sicuri e un pacchetto per vietare design online che creano dipendenza o emulano il gioco d’azzardo, imponendo inoltre un limite di età di 16 anni per l’accesso ai social.
C’è poi la partita industriale, con il voto sul primo Programma europeo per l’industria della difesa (Edip): un quadro da 1,5 miliardi che introduce il principio del “buy European”, limita le componenti provenienti da Paesi terzi non associati e stanzia 300 milioni per sostenere l’industria bellica ucraina, spingendola verso l’integrazione con quella europea.
Mercoledì 26 il tema si sposta sulle terre rare, nodo cruciale per la transizione digitale e verde. L’Aula discuterà come reagire alle restrizioni cinesi, che dominano oltre il 60% della produzione mondiale e hanno introdotto nuovi controlli sulle esportazioni prima di sospenderli per un anno. Una vulnerabilità che Bruxelles considera sempre più strategica.
Martedì arriva in Aula anche la seconda relazione sulle violazioni dello Stato di diritto in Ungheria, che riaccende le accuse su interferenze giudiziarie, corruzione e uso distorto di fondi europei. Sempre in chiave istituzionale, deputati e deputate torneranno a valutare norme più stringenti sulla trasparenza delle attività di lobby dei Paesi terzi, con voto finale giovedì 27.
Sul tavolo anche il bilancio Ue 2026, che dovrebbe essere adottato mercoledì dopo una trattativa che ha portato risorse aggiuntive per ricerca, competitività e sicurezza. Nella stessa giornata, la presidente Roberta Metsola interverrà in Aula in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ricordando un tema che resta al centro della sensibilità pubblica e della legislazione europea.