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SALARA

“Un paese piccolo e accogliente”

Il sindaco Lucia Ghiotti: “Rete sociale forte e nessuno rimane solo. Le associazioni sono attive”

“Un paese piccolo e accogliente”

Salara è uno di quei comuni che sembrano lontani da tutto ma che in realtà, racconta il sindaco Lucia Ghiotti, custodiscono un modello di vita che molti stanno riscoprendo.

Con circa mille abitanti, una rete sociale forte e un equilibrio prezioso tra tranquillità e servizi, il paese sta vivendo un inaspettato ritorno di interesse da parte di nuove famiglie. Il sindaco ne parla con passione, descrivendo un territorio che vive la modernità senza perdere la propria identità.

Cosa significa essere il sindaco di un paese da mille abitanti, con problemi simili a quelli delle grandi città?

“Essere sindaco qui significa essere in servizio h24. Non c’è orario: oltre all’ufficio bisogna essere sempre pronti per qualsiasi emergenza. Ma io ci tengo molto al mio paese, ci sto bene e lo vivo ogni giorno”.

Come si spiega che tante persone, tante famiglie stanno arrivando ad abitare a Salara?

“Le case hanno prezzi accessibili, ognuna ha il suo giardino e durante la pandemia questo è stato fondamentale. Il nostro ufficio tecnico è sommerso di richieste di ristrutturazioni. Non abbiamo lavoro in paese, ma siamo in una posizione geografica fortunata: Ferrara, Mantova e Legnago sono a meno di un’ora”.

Che comunità trova chi arriva a Salara?

“La gente cerca tranquillità. Qui la trova: i problemi ci sono, certo, ma Salara è ancora un’isola felice. Le famiglie si conoscono, c’è una rete sociale forte e nessuno rimane solo. Le associazioni sono molto attive: c’è ancora voglia di comunità”.

Come descriverebbe la qualità della vita a Salara?

“E’ un paese dove la gente va ancora al bar, si trova sulle panchine, organizza le feste nella sala polivalente. I giovani studiano e lavorano fuori, ma qui tornano. Quando rientri a Salara, ti rilassi”.

Gli stranieri rappresentano l’11% della popolazione: ci sono problemi di convivenza?

“Assolutamente no. Sono famiglie qui da anni, integrate. Certo, qualche caso c’è, ma essendo un sindaco h24 io vado a parlare con le persone. Cerchiamo sempre di aiutare tutti. Noi manteniamo l’accoglienza in Comune. Nei piccoli paesi conta ancora la dimensione umana”.

Il tema delle fusioni tra comuni è sempre attuale: che ne pensa?

“Lo strumento non funziona così com’è. Noi sindaci del Polesine Superiore collaboriamo già moltissimo, abbiamo creato una conferenza riconosciuta dalla Regione. Vogliamo presentarci uniti per ottenere risorse e valorizzare il territorio”.

Che rapporto ha con i cittadini?

“Quasi tutti hanno il mio numero. Mi fermano per strada, ai bar, ovunque. Io vivo il mio paese: lo conosco, lo ascolto e ci sto bene. La gente di Salara è accogliente, legge molto, cammina, partecipa. E’ un paese semplice, ma vero”.

Come vede Salara tra dieci anni?

“Un paese dove è bello vivere, dove si può lavorare fuori e tornare a stare bene. Se ci lasciano risorse, noi amministratori dei piccoli comuni sappiamo spenderle bene. Spero in un ritorno all’agricoltura: trattori che lavorano, campi in fiore… vedere oggi tutti qui campi pieni di pannelli solari mi dispiace”.

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