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veneto
28.11.2025 - 08:08
Giornata complessa quella di oggi, venerdì 28 novembre, segnata dallo sciopero generale proclamato dai sindacati di base Cobas, Usb, Sgb e Cub. L’agitazione interessa l’intero territorio nazionale e coinvolge tutti i settori pubblici e privati, dai trasporti alla scuola, fino alla sanità. Si tratta del primo di due appuntamenti: il secondo sciopero è previsto per il 12 dicembre, convocato dalla Cgil. Nella stessa giornata si fermano anche i giornalisti aderenti alla Fnsi, impegnati nel rinnovo del contratto collettivo, scaduto da dieci anni.
Le sigle sindacali hanno motivato la mobilitazione chiedendo maggiori investimenti in sanità, scuola, università e trasporti, una revisione della manovra economica, aumenti salariali e rinnovi contrattuali in grado di recuperare l’inflazione reale. Tra le richieste figurano anche la riduzione delle spese militari, la stabilizzazione dei lavoratori precari e il rafforzamento dei servizi pubblici.
Il comparto dei trasporti è uno dei più interessati. Lo sciopero dei treni è iniziato alle 21 di giovedì 27 e prosegue fino alle 21 di oggi, coinvolgendo il personale del Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord. Garantite le fasce di servizio essenziale dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. Si fermano per 24 ore anche i lavoratori delle Autostrade, con lo stop scattato alle 22 di ieri.
Ripercussioni anche nel trasporto aereo, con possibili disagi su numerosi collegamenti. L’Enac ha comunicato che restano garantiti i voli programmati nelle fasce protette 7-10 e 18-21, oltre ai collegamenti da e per le isole autorizzati prima della proclamazione dello sciopero. Situazione eterogenea invece per il trasporto pubblico locale: a Roma sono a rischio bus, metro e tram, mentre a Milano nessuna sigla dei lavoratori Atm ha aderito. Sono previste inoltre manifestazioni nelle principali città.
Lo sciopero coinvolge anche scuola e sanità. Nelle scuole potrebbero verificarsi chiusure o sospensioni anticipate delle lezioni. Le motivazioni riguardano risorse ritenute insufficienti nella legge di bilancio e ritardi nella stabilizzazione del personale precario. Nel settore sanitario, lo stop è organizzato in modo da assicurare comunque i servizi essenziali, mentre nella pubblica amministrazione vengono richieste maggiori risorse infrastrutturali e più stabilità occupazionale.
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