Ecco i computer più potenti

Il progetto messicano Coatlicue, atteso per il 2028 con una capacità prevista di 314 petaflops, punta a diventare il centro di calcolo più potente dell’America Latina e, potenzialmente, a inserirsi tra le prime dieci macchine al mondo. L’ambizione arriva in un momento in cui la competizione internazionale sulla potenza di calcolo non conosce tregua e i sistemi più avanzati operano ormai stabilmente nella fascia degli exaflop, mille volte oltre la soglia dei petaflops.

Per comprendere dove potrebbe collocarsi la futura infrastruttura messicana, è utile osservare lo stato attuale della classifica aggiornata da Top500 nel novembre 2025, in un panorama dominato da Stati Uniti, Europa e Giappone.

Fuori dalla top ten compare Pegaso, sviluppato in Brasile e capace di 21 petaflops. È oggi la macchina più potente della regione e affianca altri due sistemi nazionali, Dragón e Atlas, impiegati soprattutto nell’esplorazione petrolifera e nell’analisi dei processi estrattivi.

In decima posizione c’è Leonardo, installato in Italia nel 2022. Con 241 petaflops e 1,8 milioni di core, opera in uno spazio di circa 900 metri quadrati e viene utilizzato per simulazioni mediche, climatiche, economiche e astrofisiche. A precederlo è Lumi, la piattaforma finlandese da 379,7 petaflops, alimentata da energia idroelettrica e già impiegata per costruire un gemello digitale della Terra.

All’ottavo posto si trova Alps, inaugurato in Svizzera nel 2024 e capace di 434,9 petaflops, distribuiti su 2,1 milioni di core. Gestisce previsioni climatiche, modelli di intelligenza artificiale e progetti di ricerca multidisciplinari. Segue Fugaku, il sistema giapponese situato al Riken Center, che raggiunge 442 petaflops e viene utilizzato per simulazioni sismiche, studi sul Covid-19 e analisi su larga scala della corteccia cerebrale.

Il sesto posto è dell’italiano Hpc6, supercomputer di Eni da 477,9 petaflops, destinato alla ricerca energetica e alla sperimentazione sui biocarburanti e sulla fusione nucleare. La quinta posizione è occupata da Eagle, il sistema virtuale di Microsoft che arriva a 561 petaflops, basato su cluster remoti collegati tramite cloud e impiegato per addestrare modelli di intelligenza artificiale e soluzioni commerciali ad alta intensità computazionale.

Al quarto posto entra in scena Jupiter Booster, il grande supercomputer tedesco che ha segnato il passaggio ufficiale degli exaflop in Europa. La sua architettura modulare raggiunge 1 exaflop e alimenta simulazioni planetarie, gemelli digitali di organi e ricerche di fisica delle particelle.

Il podio si apre con Aurora, sviluppato dall’Argonne national laboratory statunitense, che tocca 1,012 exaflop con un consumo di quasi 39 megawatt. È destinato a studi sui materiali avanzati, analisi biomediche e scenari climatici futuri. La seconda posizione è di Frontier, altro gigante statunitense che raggiunge 1,35 exaflop grazie a 9 milioni di core e contribuisce a progressi in astronomia, medicina e intelligenza artificiale.

Al vertice della classifica troneggia El Capitan, inaugurato nel gennaio 2025 e oggi il supercomputer più potente al mondo. Con 11,3 milioni di core e una capacità testata di 1,8 exaflop, destinata a salire fino a 2,8, è il fulcro delle simulazioni sul potenziale nucleare statunitense, un compito che richiede precisione estrema e capacità di calcolo senza precedenti.