VOCE
SALUTE
30.11.2025 - 19:23
Quanto vale un test fatto al momento giusto? In vista della Giornata mondiale contro l’Aids di lunedì 1 dicembre, i dati regionali e nazionali dipingono uno scenario che non peggiora, ma neppure consente distrazioni: l’infezione da Hiv resta una realtà, e il vero tallone d’Achille è la diagnosi tardiva. Il Veneto risponde con prevenzione, accesso ai test e un investimento strutturale sulla scuola.
Ecco i numeri e l'incidenza anche in Veneto. Nuove diagnosi di Hiv: 2.379 in Italia, 163 in Veneto. - Incidenza: 4,0 casi per 100.000 residenti a livello nazionale; 3,2 per 100.000 in Veneto. - Età: circa il 70% delle notifiche riguarda persone tra 30 e 59 anni; età mediana alla diagnosi 41 anni. - Aids conclamato: 450 nuove diagnosi in Italia, 33 in Veneto. - Casi prevalenti di Aids stimati a fine 2024: 24.790 in Italia, 1.253 in Veneto. Quadro complessivo: stabilità delle curve, ma con un elemento preoccupante sottolineato dagli esperti della Regione Veneto: “È indispensabile mantenere alta l’attenzione, favorire test e trattamento precoce, e contrastare stigma e disuguaglianze”.
“Superare le difficoltà, trasformare la risposta all’Aids” è lo slogan dell’Organizzazione mondiale della sanità per il 2025. La rotta è chiara: - rafforzare i sistemi sanitari; - potenziare prevenzione, diagnosi e cura; - rendere i servizi resilienti alle disuguaglianze; - adottare un approccio fondato sui diritti umani. L’obiettivo rimane ambizioso e condiviso: accelerare il percorso verso l’eliminazione dell’Aids entro il 2030.
La Regione del Veneto conferma un piano coordinato che: - rafforza la comunicazione sulla prevenzione; - garantisce accesso universale ai test per Hiv e altre infezioni sessualmente trasmissibili; - assicura diagnosi precoce, cure e presa in carico gratuite; - mantiene una sorveglianza epidemiologica efficiente e aggiornata; - promuove la formazione continua degli operatori sanitari. La priorità è ridurre le diagnosi tardive: testare prima significa curare meglio, limitare la trasmissione e migliorare la qualità di vita.
Prevenire tra i giovani richiede linguaggi e relazioni credibili. Per questo il Veneto investe da oltre vent’anni nella Peer Education, coinvolgendo studenti più grandi formati ad hoc che lavorano tra pari su: - prevenzione delle sostanze; - malattie sessualmente trasmissibili; - uso consapevole dei social network; - sicurezza stradale. I numeri del 2003-2025: - circa 100.000 studenti raggiunti in classe; - circa 15.000 peer educator formati; - oltre 750 insegnanti e più di 400 operatori delle Aziende Ulss coinvolti; - pratica attiva in 8 Aziende Ulss. Una strategia resa stabile dal “Documento delle pratiche raccomandate a scuola” e dalla Rete Regionale “Scuole che Promuovono Salute” (attiva dal 2021), cui aderisce il 71% delle direzioni scolastiche statali del Veneto. Il modulo sulle infezioni sessualmente trasmissibili è stato ampliato includendo endometriosi e altri fattori che impattano sulla fertilità: un approccio realmente olistico alla salute riproduttiva.
Secondo l’ultima sorveglianza Hbsc (2022), il 50,4% dei quindicenni e il 43,1% dei diciassettenni riferiscono l’uso del coito interrotto nell’ultimo rapporto: una pratica non protettiva verso le infezioni sessualmente trasmissibili. Tradotto: serve più educazione alla sessualità e più consapevolezza sugli strumenti di prevenzione realmente efficaci.
Numero verde dell’Istituto superiore di sanità: 800 861061. - Sito di riferimento: www.uniticontrolaids.it - Mappa dei centri per il test: https://www.uniticontrolaids.it/aids-ist/test/dove.aspx Perché aspettare un sintomo quando si può scegliere un test? Mantenere alta l’attenzione oggi è la premessa per centrare gli obiettivi di domani: meno diagnosi tardive, meno trasmissioni, più salute e diritti per tutti.
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