VOCE
adria
02.12.2025 - 09:33
Di fronte a una sala consiliare gremita, il direttore generale dell’Ulss 5 Polesana, Nicola Pietro Girardi, ha partecipato ieri pomeriggio al consiglio comunale in adunanza aperta dedicato allo stato dell’ospedale di Adria. Ad aprire il confronto è stato però l’intervento del neo eletto consigliere regionale Cristiano Corazzari, ancora in veste di assessore, che ha definito il tema “una delle sfide più complesse dei prossimi anni”, invitando Ulss e amministratori locali a garantire continuità e puntualità nell’informazione a favore di cittadini e amministratori locali”.
Corazzari ha escluso categoricamente qualsiasi ipotesi di smembramento dell’azienda sanitaria e ha richiamato la necessità di tutelare territori fragili come il Polesine, dove l’invecchiamento della popolazione e la bassa densità abitativa rendono più costosa la gestione dei servizi. Il sindaco Massimo Barbujani ha ricordato che sulla sanità “sono già stati fatti altri incontri” e ribadendo che il Comune è pronto “a qualsiasi battaglia pur di mantenere e migliorare i servizi dell’ospedale della città”.
Affiancato dalla direttrice sanitaria Carla Destro, Girardi ha presentato un quadro complessivo improntato all’ottimismo, basato sui dati dell’attività ospedaliera: “L’ospedale di Adria è in salute, con attività in aumento in quasi tutti i reparti”. La chirurgia cresce del 2,5%, il dipartimento medico del 6,6%, la riabilitazione del 13,8%, il materno-infantile resta stabile. In oncologia sono aumentate le prestazioni e, grazie alla collaborazione con Lilt, sono stati introdotti due caschi anticaduta per le pazienti in chemioterapia. Sul fronte del personale, il presidio è passato da 641 a 650 dipendenti in un anno. La parte più delicata del dibattito ha riguardato la radiologia, dove i pensionamenti e la difficoltà nel reperire nuovi specialisti hanno avuto ricadute sull’efficienza del reparto.
“La criticità esiste, ma è il riflesso di un problema nazionale, medici non ce ne sono”, ha spiegato Girardi. L’Ulss sta attingendo a graduatorie di altre aziende, sperando di reclutare professionisti disponibili a scegliere il Polesine. Quanto all’automedica notturna, il direttore ha ricordato che le uscite sono mediamente “0,7 volte per notte” e rientrano pienamente nei tempi regionali. Diversi consiglieri, sia di maggioranza sia di opposizione, hanno sollevato la necessità di rendere maggiormente attrattivi i reparti per i professionisti, citando anche i casi di cittadini costretti a spostarsi a Porto Viro o Trecenta e la difficoltà, per molti pazienti, di accedere al proprio medico di base.
Girardi ha ricordato che “molti accessi al pronto soccorso sono impropri” e che le Case della Comunità, i cui lavori stanno procedendo, potranno contribuire ad alleviare il problema. Tra le proposte emerse, quella del consigliere Enrico Bonato di istituire un tavolo permanente tra Comune e Ulss ha raccolto un consenso trasversale: tutti i gruppi consiliari intervenuti, di maggioranza e minoranza, hanno concordato sulla necessità di uno strumento stabile di monitoraggio. Il direttore si è detto disponibile: “Basta definire una periodicità e possiamo attivarlo subito”. In chiusura è intervenuto il vicesindaco Federico Simoni, che ha parlato del “pendolarismo della salute” come di un paradosso che colpisce molte regioni italiane e che il Polesine sente in modo particolare: “Il nostro ospedale fa parte della nostra storia. Serve un metodo di lavoro puntuale e condiviso, perché solo lavorando insieme possiamo trovare soluzioni durature”.
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