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L’influenza viaggia in anticipo

Fenzi, direttore Sisp: “Ancora non ci sono criticità, ma è raccomandata la vaccinazione”

L’influenza viaggia in anticipo

Natale a letto con l’australiana. No, non è un sottotitolo “vanzinesco” anche perché l’australiana in questione è l’influenza e sarebbe bene non averci a che fare. Ma, purtroppo, come ogni anno, di questa stagione iniziano i contagi. Non a caso si chiama influenza stagionale. E compaiono i sintomi. I principali sono febbre alta, mal di gola, tosse e dolori muscolari diffusi. Già in asili e scuole le assenze si contano a decine. Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi, sono oltre 2 milioni gli italiani che sono stati colpiti. In Veneto si viaggia oltre i 30mila a settimana. Avvicinandosi a passi veloci verso i 40mila, perché già una settimana fa l’incidenza è salita dal 6,3 per mille all’8,5 per mille. Ma nella fascia di età fra gli zero e i quattro anni è già il 29,38 per mille.

L’allarme dei pediatri Il dottor Rino Agostiniani, presidente della Sip, la Società italiana di pediatria, nota: “La stagione influenzale 2025-2026 è iniziata con circa quattro settimane di anticipo e la circolazione dei principali virus respiratori è già sostenuta in Italia e in Europa, come evidenziato dall’ultimo aggiornamento dell’Oms per la Regione europea. Il picco è atteso tra fine dicembre e inizio gennaio. Come avviene tradizionalmente nelle stagioni influenzali, i bambini risultano tra le fasce più colpite dalle infezioni respiratorie. L’ultimo report della sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto superiore di Sanità conferma infatti che l’incidenza più elevata delle infezioni respiratorie acute riguarda i bambini tra 0 e 4 anni, con valori nettamente superiori rispetto alle altre fasce d’età. Per età e contesti di vita (nidi, scuole, attività sportive), i più piccoli hanno anche un ruolo rilevante nella circolazione dei virus nella comunità: contenerne i contagi significa limitare la diffusione in famiglia e nei luoghi sociali. Stiamo entrando nella fase più intensa della stagione influenzale: è proprio adesso che la prevenzione può fare la differenza nei bambini e, di riflesso, nelle famiglie e nelle scuole”.

Vaccini per fermare l’impennata Al di là delle incidenze, che non offrono dati facilmente interpretabili, sono le curve a mostrare già un’impennata di casi, con valori più sostenuti rispetto al recente passato. “Dal punto di vista epidemiologico l’andamento è storicamente sempre lo stesso - osserva Federica Fenzi, direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss Polesana - Ancora non abbiamo registrato criticità, ma sicuramente la diffusione aumenterà molto nelle prossime settimane”.

A meno che, come rimarca la dottoressa Fenzi, non si ricorra alla prevenzione: “Ovviamente la vaccinazione è fortemente raccomandata, anche perché copre la forma A e la forma B del virus che stanno circolando. I vaccini, infatti, vengono elaborati sulla base dell’influenza che si forma in Australia d’estate perché anticipa quella che poi è la circolazione invernale da noi e, per questo, le case farmaceutiche recepiscono quelle che sono le indicazioni virali”.

Se li conosci li eviti E’ proprio per questo che si parla di “australiana”, anche se realtà i ceppi in questione, hanno nomi come H1N1 e H3N2. Anzi, proprio il secondo, come spiegato dal virologo Gianni Rezza, quest’anno “sembra predominare e ciò non sorprende, dal momento che dopo anni in cui H1N1 era risultato dominante, la coda della curva epidemica dello scorso anno aveva visto prevalere proprio H3N2. Quest'anno vengono segnalati anche i casi non febbrili, per cui ci aspettiamo un maggior numero di segnalazioni, ma la curva già quest’anno sembra ricalcare quella del 2022-23, quando si verificò un picco anticipato a metà dicembre, mentre lo scorso anno si verificò a gennaio. Difficile comunque fare previsioni”.

Fare i Conti con la prevenzione In ogni caso, se contro i virus, è bene ricordarlo, gli antibiotici sono inefficaci, i vaccini hanno un’efficacia alta, che va dal 70 al 90% nel prevenire lo sviluppo della malattia e delle sue complicanze, ma i virus dell’influenza A e B mutano e l’immunità acquisita dalle precedenti vaccinazioni potrebbe essere parzialmente o totalmente inefficace contro i virus mutati. Per questo motivo i vaccini vengono aggiornati ogni anno per la nuova stagione in arrivo. E proprio ieri al ministero della Salute è stato presentato lo spot Rai, con testimonial Carlo Conti, dedicato alla campagna di vaccinazione contro l’influenza.

Meglio tardi che mai “Ci si può vaccinare anche a gennaio - sottolinea la dottoressa Fenzi - ma è ovvio che prima si fa meglio è. Rimandare aumenta la probabilità di ammalarsi proprio durante il picco stagionale. Gli erogatori sono i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e anche le farmecie. La campagna vaccinale è partita a ottobre, ancora non abbiamo dati consolidati, ma più o meno siamo sui livelli di adesione dello scorso anno. E la provincia di Rovigo si conferma la provincia con un tasso di adesione superiore alla media regionale. Noi raccomandiamo il vaccino soprattutto per gli over 65 ed i fragili. Ma è raccomandato a tutti e lo offriamo gratuitamente alle persone di età superiore ai 60 anni, a donne in gravidanza e nel periodo postpartum, persone affette da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza e i loro familiari, lungodegenti, donatori di sangue, bambini sani dai 6 mesi ai 6 anni, gli addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo. I pediatri stanno vaccinando molto, c’è un buon andamento. Anche per gli anticorpi monoclonali del virus respiratorio sinciziale per i neonati. Non è un vaccino, ma un’immunizzazione che ha un’efficacia molto alta, che è arrivata da un anno. Viene somministrato già nei punti nascita dopo 48 ore ed evita che i bambini si ammalino di bronchiolite. Oltre a un beneficio per i bambini e per le loro famiglie è anche un risparmio di tempo e denaro per il sistema, per i pediatri, per i pronto soccorsi, per le pediatrie”.

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