Cerca

violenza sulle donne

Torna a casa, il marito la massacra

Lei se ne era andata per le condotte violente, ma era ripassata per prendere i documenti

Violenza sessuale: è svolta

“Quando leggo il mattinale (ossia il ‘report’ quotidiano stilato dalle forze dell’ordine, ndr), come faccio ogni giorno, trovo almeno quattro, o cinque, episodi di persone che vengono violate”.

E’ iniziata così, nella mattinata di oggi, mercoledì 3 dicembre, la toccante - e straziante - testimonianza del prefetto Franca Tancredi, intervenuta alla inaugurazione della “Stanza tutta per sé”, un rifugio sicuro istituito in questura, grazie a Soroptimist, nel quale ascoltare le donne, ma non solo, vittima di violenza.

Per approfondire leggi anche:

Proseguendo nel proprio intervento, la rappresentante del Governo in Polesine ha raccontato uno di questi episodi, agghiacciante, avvenuto il giorno precedente.

Un esempio concreto dei mille problemi e rischi che si trovano ad affrontare le donne, anche una volta che abbiano deciso di denunciare e, quindi, spezzare il silenzio che sempre è il migliore alleato dei violenti. Il tutto sarebbe accaduto in una famiglia straniera; quelle dove, spesso, le donne sono maggiormente vulnerabili, in quanto sole, senza amici, senza parenti, senza punti di appoggio o di riferimento che possano dare quel sostegno fondamentale, quando si tratta di staccarsi da una situazione ormai intollerabile.

In questo caso, comunque, la donna avrebbe deciso di denunciare il marito, sarebbe uscita di casa e si sarebbe fatta ospitare da una conoscente.

Ben presto, tuttavia, si è trovata davanti a un problema: aveva lasciato i propri documenti di identità nella casa che aveva di recente lasciato e, quindi, giocoforza è dovuta passare a ritirarli, in un momento in cui il marito era assente. Purtroppo, quest’ultimo è tornato mentre lei si trovava ancora lì e la reazione sarebbe stata tremenda. Una vera e propria aggressione fisica, un pestaggio feroce.

Un racconto che ha avuto in primo luogo l’effetto di fare comprendere a tutti i presenti come gli episodi di violenza sulle donne non si verifichino “una tantum”, ma avvengano, in realtà, in misura molto superiore a quella che saremmo portati naturalmente a credere. Non solo: questa allucinante vicenda, infatti, fa anche ben comprendere come, per la donna vittima di violenza, la decisione di denunciare costituisca sì, senza dubbio, un primo passo determinante, ma non sia in alcun modo la “fine della storia”, né un approdo definitivo. Da quel momento, infatti, ci sono numerose altre questioni da affrontare, non ultima la dipendenza economica dalla persona dalla quale si è deciso di prendere la distanze.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400