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Cibotto, le pagine della nostra terra

Nella rassegna curata da Francesco Jori testi, immagini parole, “Un ponte fra passato e presente”

Cibotto, le pagine della nostra terra

Gian Antonio Cibotto, autore e intellettuale rodigino, da giovedì “si racconta” nella mostra a lui dedicata a Palazzo Roncale: “Gian Antonio Cibotto (1925-2017) - Il gusto del racconto”. L’esposizione, che rientra nell’ambito delle rassegne dedicate al Roncale a importanti polesani, sarà visitabile gratuitamente da oggi al 28 giugno 2026. Promossa dall’ormai collaudato team della fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi e nata da un’idea di Sergio Campagnolo, è stata curata da Francesco Jori, che con Cibotto ha avuto una lunga frequentazione, e diretta da Alessia Vedova, per la produzione di Arcadia Arte.

Giovedì la vernice per la stampa, condotta dalla giornalista Maria Pia Zorzi, ha finalmente svelato la mostra di cui si parlava da tempo, come atteso tributo ad un illustre polesano nell’anno del suo centenario di nascita e che corona una serie di iniziative, tra le quali la “giornata ricordo” dello scorso 8 maggio, sempre al Roncale, in occasione del suo “compleanno”.

“Una mostra non su Cibotto, ma di Cibotto”, come tiene a precisare il suo curatore Jori, nella quale i visitatori possono sentire dalla stessa voce di Toni i racconti delle sue tante esperienze, col supporto di fotografie e dei numerosi libri, articoli e lettere autografi. Personaggio complesso e poliedrico, orgoglioso figlio del Veneto e del Polesine, che ha “cantato”, con la sua proverbiale ironia e schiettezza, nella prolifica produzione di giornalista, scrittore, poeta, promotore di concorsi letterari, teatro e cultura, lasciando un’indelebile impronta dalla seconda metà del secolo scorso, fino all’agosto del 2017, quando si è spento.

Un lungo addio, caratterizzato dalla solitudine e volontario isolamento degli ultimi anni - ha sottolineato Jori - in una città, la sua Rovigo, alla quale era legato da un irrisolto rapporto di odio-amore, costretto a lasciarla da giovane per lavoro, ma nella quale alla fine era tornato”. A ricordarcelo una frase chiave, come diverse altre disseminate nell’esposizione: “I polesani sono altra cosa rispetto ai Veneti”. Mentre nel Delta, rievocato negli aspetti più mitici e ancestrali, Cibotto aveva trovato “il suo luogo dell’anima”, come informa l’ampio spazio espositivo dedicato al romanzo “Scano Boa”, con i due film - di Renato Dall’Ara (1961) e di Giancarlo Marinelli (1996) - ad esso ispirati.

Un’altra sala rievoca, invece, l’appassionato quanto crudo reportage “Cronache dell’alluvione”, che lo incoronò scrittore di fama nazionale. E ancora gli aneddoti, i ricordi, i racconti sparsi per le sale della mostra, che testimoniano “la centralità della figura di Cibotto, importante ‘ponte’ tra passato e presente, soprattutto per i giovani”, ha puntualizzato l’assessore alla cultura del comune di Rovigo Erika De Luca. Ecco perché “questa mostra ‘sapiente’ romperà un velo riportando la personalità di Cibotto al giusto riconoscimento”, ha aggiunto la consigliera di Cariparo Andreina Milan. E questo è solo il primo di una serie di eventi in via di definizione - tra cui un ciclo di letture in Accademia dei Concordi, annunciato dal presidente Pier Luigi Bagatin - che accompagneranno questi sei mesi dedicati al “Cantore del Polesine”.

A palazzo Roncale, nell’atrio, anche la storica Mini minor, l’auto di Cibotto, recuperata e restaurata grazie all’impegno di Luciano Zerbinati.

Alle 18 di giovedì, poi, la presentazione ufficiale della mostra al Salone del grano della Camera di commercio, con la presenza delle autorità. Anche in questa occasione ripercorse le tappe della vita e le opere di Cibotto.

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