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Disputa sul casolare blocca il rientro

In aula all’Aquila il caso della famiglia che vive nel bosco

Disputa sul casolare blocca il rientro

L’Aquila si prepara a un’udienza delicata: oggi il tribunale per i minorenni esaminerà la posizione dei tre bambini che da settimane vivono in un bosco con i genitori, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, determinati a ottenerne la restituzione dopo l’allontanamento disposto il 13 novembre. La maggiore ha otto anni, i gemelli sei. La coppia, che nei giorni scorsi aveva lasciato intendere la possibilità di rifugiarsi in Australia, si scontra però con un nodo irrisolto: il casolare di Palmoli, dove vorrebbero tornare, non può essere ampliato perché in Comune non risulta alcun progetto, come conferma il sindaco Giuseppe Masciulli.

I lavori non sono mai partiti: i coniugi hanno rifiutato di firmare l’avvio dell’intervento contestando l’impiego di alcuni materiali, plastica compresa. La loro idea di un bagno con fitodepurazione richiederebbe inoltre un via libera provinciale, tempi lunghi e un’iter tecnico complesso. Nel frattempo la casa è stata concessa in comodato d’uso e tra tre mesi dovrà essere riconsegnata al proprietario, aggiungendo ulteriore incertezza a una situazione già fragile. In aula oggi non compariranno i genitori, mentre i loro legali – Femminella e Solinas – attendono di capire se il decreto di allontanamento verrà revocato o se i giudici sceglieranno di trattenersi per approfondire.

La presidente del tribunale dei minori, Cecilia Angrisano, ha ricordato come le convinzioni degli adulti non possano prevalere sull’interesse dei bambini, «vulnerabili e privi di voce», principio cardine nelle norme nazionali e internazionali. Intanto dal ministero della Giustizia filtrano segnali di prudenza: l’eventuale ispezione richiederà tempo. Sulla reazione del ministro interviene l’Associazione nazionale magistrati: il vicepresidente Marcello De Chiara osserva che sorprende l’annuncio immediato di un’ispezione «senza conoscere il contenuto del provvedimento» e invita a una maggiore cautela istituzionale.

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