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porto viro
05.12.2025 - 13:21
Si è concluso con un accordo ritenuto positivo dalle parti sociali il confronto tra la Casa di Cura Madonna della Salute e le rappresentanze di Fp CgiL Rovigo e Uil Fpl Rovigo. Le nuove misure di welfare aziendale, ufficializzate nei giorni scorsi dalla dirigenza aziendale, rappresentano per le parti sociali un risultato significativo, pur in un contesto economico che continua a mettere sotto pressione il potere d’acquisto dei lavoratori e in un settore quello della sanità privata accreditata, che attende da anni il rinnovo del contratto collettivo nazionale AriS-Aiop.
A comunicarlo sono stati il segretario Pasquale Brenga (Fp Cgil) e Attilio Minichini (Uil Fpl), che esprimono soddisfazione per l’intesa siglata. A partire dal 1 gennaio 2026, “i lavoratori usufruiranno finalmente dei buoni pasto, uno strumento atteso da anni e che, nella situazione economica attuale, assume un valore particolarmente significativo”. Un altro intervento riguarda l’indennità di disagio, che “viene aggiornata a 48 euro, superando il precedente importo fermo dal 2018”, riconoscendo il contributo di chi garantisce flessibilità nei servizi in presenza di malattia, maternità, infortunio o permessi assistenziali. Vengono inoltre confermati “i fringe benefit, nel rispetto delle soglie fiscali vigenti, insieme ai buoni spesa che verranno distribuiti entro la fine dell’anno e al regolare pagamento anticipato della tredicesima”.
Misure definite utili dai sindacati perché “contribuiscono a sostenere concretamente il personale in un periodo di forte pressione economica”. Nel corso del confronto, l’azienda ha annunciato di aver avviato “l’iter di validazione per l’attivazione di una polizza assicurativa sanitaria dedicata ai dipendenti”. Una prospettiva che Fp Cgil e Uil Fpl valutano positivamente, pur precisando che rimangono “in attesa della definizione ufficiale e dei contenuti operativi, che dovranno essere condivisi e approfonditi nel merito”. Accanto agli aspetti favorevoli, i sindacati evidenziano anche i limiti dell’accordo. “Permangono aree in cui il welfare aziendale non è ancora all’altezza delle reali necessità delle lavoratrici e dei lavoratori”, affermano Brenga e Minichini.
Tra i punti critici, “la questione delle tutele per le malattie gravi”, che richiederebbe interventi più incisivi, e “le misure a sostegno della maternità e della conciliazione vita-lavoro”, considerate ancora insufficienti. Persistono inoltre problemi per i part-time, “non pienamente inclusi nei benefici”, una disparità che incide soprattutto sul personale femminile con maggiori carichi familiari. Il nodo principale, però, resta il contratto nazionale del settore. “Gli accordi aziendali rappresentano un passo avanti, ma non possono sostituire ciò che solo un rinnovo del Ccnl Aris-Aiop può garantire: dignità salariale, tutele aggiornate, riconoscimento pieno delle professionalità che ogni giorno mandano avanti il sistema sanitario privato accreditato”. Un ritardo che sta generando effetti negativi sul reclutamento, perché “il divario con il settore pubblico cresce, e rischia di rendere sempre meno attrattivo un comparto in cui gli operatori sono essenziali per il territorio”. Per questo Fp Cgil e Uil Fpl rivolgono un appello alle parti nazionali affinché la trattativa venga chiusa rapidamente. “Gli accordi firmati hanno il merito di migliorare il presente, ma non devono distogliere lo sguardo dal futuro. Il nostro impegno continua: per estendere i diritti, per includere chi oggi resta ai margini, per rafforzare le tutele nelle situazioni di maggiore fragilità, e soprattutto per ottenere un contratto nazionale che restituisca valore e dignità alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità privata”.
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