VOCE
L’analisi
07.12.2025 - 00:02
Un anno fa solo un infortunio mortale, ora siamo arrivati a nove. In Veneto aumentati del 56,3%
Rovigo maglia nera in Veneto e terza a livello nazionale per incidenza di morti sul lavoro sul totale degli occupati. Ma questo secondo i dati Inail appena aggiornati, che arrivano fino al mese di ottobre. Purtroppo, però, senza contare l’ultima vittima che il Polesine ha pianto, Nazario Pontellato, il 60enne di Villamarzana, morto alle 13 del 2 dicembre mentre lavorava in un cantiere autostradale sull’A31, a Noventa Vicentina, quindi fuori dai confini provinciali, nel mese di novembre fra Adige e Po si sono verificate altre due morti sul lavoro: il 4 novembre, a San Martino di Venezze, si è spento Mirco Furlin, 47enne di Monselice, che stava lavorando su un silos quando è precipitato per quasi otto metri, il 23 novembre, invece, ha perso la vita Said El Qadi, 46enne marocchino, padre di quattro figli, schiacciato dal rovesciamento di un muletto nel capannone della Polimero di Rovigo.
In totale, quindi, 9 lutti sul lavoro in 11 mesi. Un anno fa ce n’era stato uno solo. Si tratta di un incremento dell’800%.
Numeri, mai così alti nel recente passato, da far accapponare la pelle. Purtroppo già pesantissimi fino a ottobre, con i 7 morti che rapportati ai 99.767 occupati, portavano a un’incidenza di 70,2 per milione di occupati, la terza più alta in Italia dopo Brindisi con 77,3, dieci morti su 129.324, e Matera con 71,1, cinque morti su 70.284 occupati.
In Veneto, a fine ottobre, il rischio di infortunio mortale, 31,4 morti per milione di occupati, è superiore alla media nazionale, 27,5. Vicenza è a 41 per milione, Venezia a 38, Verona a 27,6, in zona gialla Padova con 26,9 e Belluno con 22,3, mentre in zona bianca c’è solo Treviso con 17,4.
A sottolinearlo, l’Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega di Mestre, con il presidente Mauro Rossato che rimarca come “il Veneto continua a registrare vittime sul lavoro e i decessi aumentano: da gennaio a ottobre 2025 sono cresciuti del +56,3% rispetto a ottobre 2024. Ora i morti sul lavoro sono già 100. La regione è ancora seconda in Italia per numero di vittime. Le morti in occasione di lavoro sono quelle che più di tutte rappresentano il livello di sicurezza sul lavoro. E per il Veneto questi dati sono drammatici. Lo scorso anno gli infortuni in occasione di lavoro erano 47, quest’anno sono già 70. La situazione, dunque, è sempre più allarmante”.
Sono 100 i decessi rilevati in Veneto nei primi dieci mesi del 2025, rispetto ai i 64 del 2024. Di questi 70 in occasione di lavoro, 23 in più dello scorso anno, e 30 in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro, 13 in più del 2024. Vicenza guida la classifica delle vittime in occasione di lavoro, 16 rispetto alle 6 di un anno fa, seguita da Venezia con 14, mentre un anno fa erano state 11, Verona e Padova con 12, la prima un anno fa ne aveva piante 11 la scenda 7, poi Treviso e Rovigo con 7, ma se la prima è scesa dalle 9 di un anno fa, per Rovigo la crescita è rispetto all’unica vittima del 2024, infine Belluno con 2, esattamente quanto un anno fa.
Per quanto riguarda le denunce di infortunio, alla fine di ottobre risultano in aumento rispetto allo stesso periodo del 2024, da 58.490 a 60.052. Verona registra il numero più elevato di denunce totali di infortunio (12.142), seguita da Padova (11.782), Vicenza (10.911), Treviso (10.816), Venezia (10.230), Belluno (2.399) e Rovigo (1.772).
Sono 20.521 le denunce di infortunio delle donne (15.857 in occasione di lavoro) e 39.801 quelle degli uomini (34.572 in occasione di lavoro), mentre sono 7 le donne che hanno perso la vita da gennaio a ottobre 2025: 4 in occasione di lavoro e 3 in itinere. Le denunce dei lavoratori stranieri sono 16.074, di queste, 13.386 in occasione di lavoro. E sono 42 i lavoratori stranieri deceduti, 29 dei quali in occasione di lavoro. Le attività manifatturiere si confermano al primo posto per numero di denunce di infortunio in occasione di lavoro (11.082), seguono costruzioni (3.887), commercio (3.472), trasporti e magazzinaggio (3.072) e sanità (2.880).
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