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CULTURA

Sul filo dei pensieri di due giganti Cibotto e Marchiori

Dagli incontri romani a quelli di Ca’ Dolfin e del Caffè Grande: un lungo percorso di maturazione

Sul filo dei pensieri di due giganti Cibotto e Marchiori

Dagli incontri romani a quelli di Ca’ Dolfin e del Caffè Grande: un lungo percorso di maturazione

Alla Cittadella della cultura di Lendinara, amici, studiosi e ospiti illustri si sono riuniti per ricordare Gian Antonio Cibotto, figura centrale della cultura polesana e veneta.

Nell’anno del centenario di Gian Antonio Cibotto, giornalista, critico letterario e teatrale, scrittore e rappresentante di primo piano della cultura polesana del Novecento, la cittadella ha infatti presentato il volume “Gian Antonio Cibotto e Giuseppe Marchiori-Biografia di un incontro”, a cura di Nicola Gasparetto, Sandro Marchioro, Vainer Tugnolo e Diego Crivellari, pubblicato dalla casa editrice Rem, che raccoglie i loro scritti apparsi sulle pagine della Fiera letteraria.

Sono 57 infatti le lettere tra i due intellettuali che Gasparetto, direttore della Cittadella della cultura, ha individuato, come un piccolo tesoro inaspettato, in un faldone miscellaneo, recante la dicitura “Polesine”, dell’archivio Marchiori, fondo consultato da studiosi e ricercatori di tutta Europa e che non smette di sorprendere per la ricchezza dei suoi contenuti.

L’epistolario, ad oggi inedito, è successivo alla tragica alluvione del Polesine del 1951, occasione in cui Cibotto, venticinquenne, partecipa con Marchiori ai sopralluoghi, dai quali poi trarrà il materiale per “Cronache dell’alluvione”, il suo romanzo d’esordio. Le lettere si datano agli inizi della sua stagione romana (1952-1959), ovvero il periodo trascorso come redattore della “Fiera letteraria”, rivista sulla quale convincerà anche Marchiori a scrivere. Le lettere parlano degli incontri a Roma fra i due, e di quelli a Lendinara, dove Cibotto entra a far parte dei circoli intellettuali di Ca’ Dolfin e del Caffè Grande, luoghi che si animavano di vivaci dibattiti di pittura, letteratura e arte. Il loro dialogo epistolare ci offre un efficace spaccato dell’ambiente redazionale in cui i due collaborarono e offre nuovi elementi per seguire la maturazione professionale di Cibotto.

Ha aperto i saluti istituzionali il sindaco Francesca Zeggio, che ha voluto ringraziare Giorgio Lazzarini, presidente della Fondazione Banca del Monte di Rovigo, non solo per il sostegno nella pubblicazione del volume ma anche per la costante attenzione rivolta alla cultura lendinarese. Dopo di lei anche Daniela Melato, presidente del Comitato della biblioteca, ha salutato i presenti e ha poi lasciato la parola all’editore, Paolo Spinello, che ha ripercorso il lungo anno di lavoro insieme alla biblioteca, prima di dare spazio ai tre curatori che hanno presentato gli aspetti salienti del volume.

Ospite speciale il collezionista Luciano Zerbinati, che ha ricordato come a palazzo Roncale, insieme ai cimeli prestati dalla biblioteca comunale di Lendinara in occasione della mostra dedicata a Cibotto ci sia anche l’automobile usata dal celebre artista polesano nell’ultima parte della sua vita, che ha lui stesso recuperato e fatto restaurare.

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