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PATENTI

E' arrivata la nuova truffa digitale

Promesse rapide, prezzi stracciati e recensioni fasulle

E' arrivata la  nuova truffa digitale

La patente a prezzo ridotto si presenta come un’occasione irresistibile: pacchetti tra i 350 e i 700 euro, lezioni in diretta con istruttori, quiz tramite app, assistenza costante. Un sistema che illude soprattutto studenti, neomaggiorenni e lavoratori stranieri. Finché non arriva il momento decisivo: la visita medica, la prenotazione in Motorizzazione, l’esame. È lì che l’autoscuola “convenzionata” svanisce nel nulla.

In avvio il servizio appare efficiente, quasi premuroso. Dopo il pagamento, però, la comunicazione si spezza: risposte affidate a voci artificiali, operatori che ripetono frasi standard, numeri di telefono che cambiano di continuo. I documenti caricati non vengono elaborati, le visite scadono, i rimborsi si dissolvono. Intanto, sul web compare un flusso anomalo di recensioni entusiaste che si accavallano nel giro di pochi minuti, un tappeto di giudizi positivi che soffoca le segnalazioni negative.

Accanto alla truffa dei pacchetti low cost cresce il mercato nero delle patenti senza esame, vendute nei canali chiusi dei social e su Telegram come un prodotto qualunque. Bastano una ricerca, un like, e arrivano offerte dettagliate con costi e tempi di consegna. Le inchieste più recenti delineano una rete controllata dalla criminalità organizzata attiva in almeno sette province: Roma, Latina, Bologna, Padova, Frosinone, Brescia e Pescara, con introiti che possono raggiungere 40 mila euro al giorno per centro.

La storia di Federica Cassata, 29 anni, grafica milanese, riassume il meccanismo. Prezzo competitivo, pacchetto completo, recensioni impeccabili: decide di fidarsi e versa quasi 700 euro in tre rate. Le lezioni si svolgono davvero, con docenti reali e interazione diretta. Il sistema crolla al primo passaggio burocratico: i documenti caricati per la visita medica restano fermi per settimane, poi per mesi. Quando prova a verificare, scopre che l’autoscuola convenzionata non ha alcuna traccia della sua iscrizione. Ripete la visita, paga di nuovo, attende un rimborso che non arriverà.

L’esame teorico lo supera solo affidandosi a una scuola tradizionale. La pratica è un ulteriore percorso a ostacoli: le assegnano un’autoscuola distante chilometri, le promettono un servizio navetta che non esiste. Quando chiede spiegazioni, riceve nuove promesse e nessuna soluzione. Solo la decisione di rendere pubblica la vicenda, minacciando di raccontarla a influencer e sui social, smuove qualcosa. Un responsabile la contatta e nel giro di una settimana ottiene il rimborso.

Il fenomeno continua a crescere, alimentato dalla richiesta di scorciatoie e da un’offerta che sfrutta la fiducia digitale. Mentre le autorità raccolgono segnalazioni e denunce, resta un dato: dietro l’illusione della patente facile c’è un sistema che incassa rapidamente e scompare con altrettanta rapidità, lasciando le vittime senza soldi, senza esame e senza tutele.

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