VOCE
ECONOMIA
08.12.2025 - 07:38
Campion (Confartigianato): “Impatto devastante”. Rettore (Cna): “I piccoli soffrono di più”
L’ombra dell’usura si allunga con preoccupante rapidità su molte imprese e famiglie italiane, raggiungendo il picco di allerta in vista delle festività natalizie. Come ogni anno, l’avvicinarsi del 25 dicembre porta con sé un’escalation nel ricorso al credito al consumo per far fronte alle spese per regali, cene e consumi.
Un aumento della spesa che, secondo l’Ufficio studi della Cgia, non coinvolge solo i lavoratori dipendenti, ma mette in seria difficoltà anche artigiani e piccoli commercianti, privi della tredicesima e di entrate certe, generando forti pressioni sociali che spesso spingono all’accesso a forme di credito illegale.
Dopo la contrazione registrata nel periodo Covid, le aziende con sofferenze sono tornate a crescere. Questa platea di “cattivi pagatori” è costituita in massima parte da lavoratori autonomi, artigiani o commercianti che, una volta segnalati alla Centrale dei rischi della Banca d’Italia, finiscono in una vera e propria “lista nera”. Questa classificazione impedisce loro l’accesso a un nuovo prestito bancario, isolandoli e aumentando esponenzialmente il rischio di chiudere o di “finire tra le braccia degli usurai”.
Sul fronte delle associazioni di categoria, l’appello a un intervento urgente è unanime. Marco Campion, presidente di Confartigianato Polesine, mette in luce la drammaticità delle conseguenze: “Purtroppo, devo solo dire che ci sono imprenditori che non hanno più accesso al credito bancario perché magari hanno avuto problemi pregressi con creditori. A quel punto, qualcuno, credendo di risolvere i propri problemi, si rivolge agli usurai, non sapendo però che questa è la loro fine”. Campion sottolinea come la chiusura del canale bancario, spesso percepita come una sentenza definitiva, diventi un “pericoloso trampolino di lancio verso l’illegalità, con un impatto devastante” sul tessuto economico e sociale.
Anche Matteo Rettore, direttore di Cna Padova e Rovigo, sollecita una duplice riflessione a livello sistemico. “I dati spingono a una duplice riflessione: da un lato sono necessari degli strumenti che permettano di sostenere i piccoli imprenditori in difficoltà, e dall’altro è indispensabile avere dei meccanismi che contrastino il fenomeno dell’usura e che riportino le imprese e gli imprenditori all’interno dei canali bancari o del credito più ufficiali”, afferma Rettore.
Il direttore di Cna evidenzia che l’introduzione di nuovi sistemi di microcredito e l’utilizzo dell’intermediario del credito come i Confidi possono essere strumenti decisivi. La sua analisi si allarga al panorama nazionale: “Va fatto un ragionamento più generale che riguarda il credito per le piccole piccolissime imprese che negli ultimi quattro anni è calato del 33% a livello nazionale. Questa flessione indica una difficoltà degli attuali intermediari e del sistema bancario italiano a soddisfare le necessità delle imprese”.
Rettore conclude con una critica chiara sul fatto che serve una capacità di credito diversa, una serie di sistemi bancari ed extrabancari che permettano agli imprenditori di affrontare non solo i momenti di crisi, ma anche le scelte di investimento. “Una riflessione quindi sul sistema bancario che produce utili importanti ogni anno ma che fatica ad erogare credito e credito di rischio alle imprese ed in particolare alle imprese più piccole”, conclude Rettore, richiamando alla responsabilità sociale degli istituti.
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