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SCENARI DI GUERRA

L’Europa alza il livello di allerta

Armi, piani segreti e nuovi rifugi

L’Europa alza il livello di allerta

L’Europa sta rimodellando la propria architettura di sicurezza come non accadeva dalla fine della Guerra fredda. La pressione esercitata da Mosca attraverso droni, operazioni cibernetiche e spionaggio ha spinto governi dal Regno Unito ai Balcani a rivedere priorità, investimenti e comunicazione verso l’opinione pubblica. In Italia, mentre il ministro della Difesa Guido Crosetto avverte della natura ibrida e militare delle minacce, permane una forte resistenza politica a misure di preparazione civile sul modello nordico: l’ipotesi di distribuire manuali per la popolazione, riferisce una fonte istituzionale, rischierebbe di far cadere il governo.

L’esempio del bunker del Monte Soratte, ormai riconvertito a luogo turistico, è divenuto un simbolo della distanza tra la necessità di pianificazione e il ritardo accumulato. Nel nuovo Piano di difesa nazionale, documento classificato che coinvolge ministeri, Protezione civile e autorità locali, l’Italia sta definendo protocolli per la gestione di crisi che non appaiono più soltanto ipotesi remote. In altri Paesi europei, invece, la trasparenza verso i cittadini è divenuta parte integrante della strategia.

Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia hanno assunto il ruolo di avanguardia. Vilnius ha avviato una campagna nazionale, “Ole Valmis”, che accompagna la popolazione nella preparazione di rifugi e scorte attraverso manuali distribuiti casa per casa. Riga ha reintrodotto la leva obbligatoria e inserito la difesa nazionale nei programmi scolastici, mentre Tallinn ha diffuso linee guida multilingue sui rifugi disponibili e sui piani di evacuazione, attivi soprattutto nelle aree di confine. Helsinki ha aggiornato le procedure di evacuazione e formato il parlamento all’uso dei rifugi sotterranei sotto l’edificio legislativo.

In Svezia, il governo ha stanziato fondi per ristrutturare 64 mila rifugi, adeguati oggi a minacce chimiche, radiologiche e nucleari. Il Regno Unito ha incrementato il budget della difesa, ampliato l’esercito e istituito una nuova forza interna dedicata alla protezione delle infrastrutture strategiche, mentre investe nello sviluppo di testate nucleari di nuova generazione.

Il riarmo tedesco procede con ritmi senza precedenti: Berlino ha avviato un programma da 100 miliardi, poi affiancato da un impegno di altri 500 miliardi, per modernizzare una Bundeswehr considerata a lungo inadeguata. I vecchi mezzi ceduti a Kiev vengono sostituiti con equipaggiamenti avanzati. Il colosso Rheinmetall riconverte stabilimenti automobilistici per produrre carri armati, munizioni e sistemi satellitari.

La Francia ha intrapreso una trasformazione parallela. Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato l’introduzione di un servizio militare volontario e un aumento progressivo della spesa per la difesa fino al 3,5% del PIL entro il 2035. A livello civile, Parigi ha pubblicato il manuale “Tous responsables”, che illustra comportamenti e misure di autoprotezione in caso di crisi.

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