VOCE
LA MANIFESTAZIONE
09.12.2025 - 20:00
“Fermare l’innalzamento dell’età pensionabile, ma anche precarietà e una sanità che non va; è uno scenario preoccupante anche l’azzeramento di ogni forma di flessibilità in uscita”: è un grido quello che lancia CGIL nazionale, attraverso la sezione provinciale di Rovigo, per venerdì 12 dicembre in occasione dello sciopero generale “contro una legge di bilancio ingiusta”. Il concentramento polesano sarà alle 10 in piazza Garibaldi per poi proseguire con il corteo lungo le vie del centro e arrivare alle 11 in piazza Merlin per il comizio finale.
“I lavoratori ma anche i pensionati si sono trovati negli ultimi anni a pagare quasi 25 miliardi di tasse in più a causa del drenaggio fiscale, di per sé a causa di una mancata indicizzazione dell’Irpef, un’ingiustizia fiscale, parliamo di circa 700 euro di perdita netta per un reddito da 20.000 euro, 2.000 che se ne vanno per uno da 35.000” ha esordito Pieralberto Colombo, segretario CGIL Rovigo commentando, ieri mattina nella sede del sindacato, lo sciopero in programma. “Non c’è assemblea con i lavoratori (e ne abbiamo fatte circa un centinaio tra privati e pubblici) in cui non si parli del problema della sanità pubblica - ha continuato, andando al nocciolo della questione - quasi 6 milioni di persone rinunciano a curarsi, la spesa sanitaria privata a carico delle famiglie vale ogni anno oltre 43 miliardi di euro. Non ci sono risorse adeguate eppure si pensa al riarmo”. Finanziamenti bellici, innalzamento dell’età pensionabile, fuga dei cervelli dei giovani, politiche industriali e del terziario che non decollano: questi gli altri fronti aperti sui quali CGIL dice basta, proponendo un cambio di passo da attuare subito.
“A differenza di quanto si pensi, la legge Monti-Fornero è ancora viva e vegeta, anzi, in un certo senso prosegue: questo governo ha peggiorato la situazione” ha poi aggiunto Genni Donegà, della CGIL Rovigo, segnalando: “L’innalzamento dell’età pensionabile è un problema incalzante, ne chiediamo il blocco, per una maggiore flessibilità in uscita e una pensione contributiva di garanzia per precari e discontinui; troppi lavoratori giovani che non vivono, anche nel nostro territorio, situazioni di lavoro “frammentario”, contesti che devono farci riflettere sia sulle nuove generazioni che non trovano occupazione sia per le vecchie che, da un giorno all’altro, se ne ritrovano senza, non potendo accedere di fatto al pensionamento”. L’astensione che garantisce la mobilitazione avrà una durata pari all’intera giornata di lavoro per tutti i settori pubblici e privati, anche in appalto e strumentali. Nei settori e comparti tenuti al rispetto della legge 146 saranno garantite le prestazioni indispensabili.
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