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Il “Lungo Giorgio” conquista l’Orf

Una storia appassionante

Il “Lungo Giorgio” conquista l’Orf

La scoperta del possibile giacimento storico sotterraneo che potrebbe nascondere il gigantesco cannone Skoda della Prima guerra mondiale continua a far parlare di sé, questa volta oltre i confini italiani.

Una troupe della rete televisiva nazionale austriaca Orf ha infatti raggiunto Luciano Chiereghin, ricercatore di Porto Tolle, per documentare il lavoro che ha portato all'individuazione della misteriosa massa metallica sepolta nelle campagne trevigiane. A guidare il servizio è stata la nota giornalista Cornelia Vospernik, inviata della Tv nazionale austriaca. La sua presenza conferma quanto la vicenda del cosiddetto “Lungo Giorgio”, il colossale cannone austro-ungarico che bombardò Asiago e diede avvio alla battaglia del Solstizio, sia percepita in Austria come parte importante della memoria nazionale.

La troupe Orf ha incontrato Luciano Chiereghin, raccogliendo testimonianze, materiale tecnico e ricostruzioni della lunga indagine che ha portato a localizzare, grazie a immagini satellitari e strumenti geofisici, una struttura metallica compatibile con il leggendario armamento prodotto dalla Skoda. Accanto a Chiereghin anche Danilo Pellegrini, studioso veneziano di Marina e arte militare, e Pierpaolo Zagnoni, già dirigente degli affari generali della Regione Veneto, che hanno collaborato alla ricerca condividendo competenze storiche e tecniche sulle artiglierie navali del primo conflitto mondiale. Per Chiereghin, Pellegrini e Zagnoni, la visita dell'emittente austriaca rappresenta un riconoscimento significativo. La loro indagine, nata in modo quasi artigianale ma portata avanti con rigorosa competenza scientifica, sta ora trovando eco anche negli ambienti accademici e mediatici d'oltreconfine.

La trasmissione realizzata dall'Orf verrà mandata in onda nelle prossime settimane e si concentrerà non solo sulla potenziale scoperta, ma sul valore culturale e storico di un lavoro che, se confermato dagli scavi ufficiali, potrebbe restituire all'Europa un reperto unico nel suo genere.

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