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In Polesine 109 milioni per le feste

Campion lancia “Acquistiamo locale”: “A Natale scegliamo i produttori del territorio”

In Polesine 109 milioni per le feste

Le famiglie della provincia di Rovigo spenderanno complessivamente 109 milioni di euro nel mese di dicembre, di cui 68 milioni destinati ad alimentari e bevande e 41 milioni ad altre tipologie di prodotti e servizi legati al Natale. E’ il peso economico delle festività in Polesine, fotografato dal rapporto 2025 dell’Ufficio studi di Confartigianato, che colloca la provincia di Rovigo tra i territori veneti con la maggiore intensità artigiana e una delle incidenze più elevate d’Italia nei settori che tradizionalmente trainano i consumi natalizi.

Confartigianato In questo scenario si inserisce la campagna “Acquistiamo locale”, rilanciata da Confartigianato Polesine anche per il Natale 2025, con l’obiettivo di sensibilizzare le famiglie a fare scelte che premiano il lavoro artigiano, l’economia circolare e la fiducia tra imprenditori e cittadini. “Scegliere artigiano significa sostenere il Polesine e la sua tipicità economica e riconoscere la ricchezza delle competenze che le nostre imprese custodiscono - evidenzia Marco Campion, presidente di Confartigianato Polesine - In un momento in cui il consumatore premia autenticità, sostenibilità e legami di fiducia, l’artigianato diventa un punto di riferimento. A Natale, più che in ogni altro periodo dell’anno, ogni acquisto locale è un investimento sulla nostra comunità e sul rafforzamento del nostro tessuto produttivo”.

Uno dei settori più gettonati a Natale è quello dell’alimentare. “Tornare ad una cultura culinaria ed alimentare che premi la prossimità - afferma Campion - e la tipicità dei prodotti in un territorio dove il legame tra agricoltura e trasformazione alimentare artigiana è molto stretto diventa strategico per la nostra economia”.

I dati Tornando ai dati di questo dicembre, a livello nazionale la spesa di dicembre sale a 26,6 miliardi di euro, il 28,8% in più rispetto alla media degli altri mesi. Sul lato dell'offerta, sei imprese su dieci operano sul mercato di prossimità, mentre sono 12,1 milioni i consumatori che acquistano prodotti a chilometro zero, pari al 23,5% della popolazione di 14 anni e oltre. A livello regionale il Veneto raggiunge 2,267 miliardi, l’8,5% del totale italiano, posizionandosi al terzo posto della classifica per gli acquisti natalizi dopo Lombardia (4,6 miliardi di euro, il 17,2 % del totale) e il Lazio (2,7 miliardi, il 10,2%). L'Emilia Romagna si trova al quarto posto con una spesa di 2,2 miliardi, il 6,4% del totale.

Il Polesine mostra una struttura produttiva più specializzata di quanto le sue dimensioni lascino immaginare. Il report evidenzia infatti che il 40,2% degli addetti artigiani della provincia di Rovigo lavora nei settori a più forte vocazione natalizia, quali alimentare, ristorazione, lavorazioni del legno e arredo, moda e gioielleria, cosmetica e benessere, fino alla stampa, alla fotografia e all’oggettistica. È un insieme di comparti che esprimono artigianalità, cura del dettaglio e personalizzazione e che collocano il Polesine tra le prime dieci province italiane e tra le più vocate del Veneto. Un risultato particolarmente significativo se si considera che Rovigo è un territorio demograficamente contenuto. Questo dato mostra come la forza dell’artigianato polesano non sia un fatto di volume, ma di qualità e di specializzazione produttiva, infatti Rovigo si colloca ai livelli di Vicenza, che registra il 41,2%, e supera province ben più popolose come Padova (36,5%), Treviso (36,4%), Verona (32,8%) e Venezia (35,6%).

Il confronto con le altre province venete conferma infatti la peculiarità del Polesine. Padova registra una spesa natalizia complessiva stimata in 433 milioni di euro, Treviso in 396 milioni, Verona in 431 milioni e Venezia in 405 milioni, valori molto più elevati dei 109 milioni rodigini. Tuttavia, sul versante della specializzazione artigiana, queste province si fermano rispettivamente al 36,5%, 36,4%, 32,8% e 35,6% degli addetti attivi nei settori del Natale, ben al di sotto del 40,2% raggiunto da Rovigo. La provincia si posiziona così immediatamente dopo Belluno e Vicenza, formando con loro una sorta di “triangolo dell’artigianato natalizio” del Veneto, dove la qualità delle filiere locali e il radicamento delle microimprese producono risultati superiori sia alla media regionale, che si attesta al 37,0%, sia alla media nazionale del 33,6%.

Il sistema produttivo della provincia coinvolto direttamente nella filiera del “Natale artigiano” è composto da 1.529 imprese e 5.210 addetti. Si tratta di attività che operano in 47 settori diversi, una trasversalità che spiega la resilienza dell’artigianato polesano.

A rafforzare il quadro c’è anche il contributo dell’export agroalimentare. Secondo il report, nei dodici mesi tra terzo trimestre 2024 e secondo trimestre 2025 la provincia di Rovigo ha registrato 114,5 milioni di euro di esportazioni tra alimentare e bevande, di cui 95,6 milioni riferiti ai prodotti alimentari e 18,8 milioni alle bevande. Il comparto rappresenta il 4,1% dell’export manifatturiero provinciale. La dinamica del primo semestre 2025 indica una flessione del -4,2%, mentre l’incidenza dell’export sul valore aggiunto dell’economia polesana si attesta allo 0,52% (0,31% l’alimentare e 0,21% le bevande). Su scala nazionale, Confartigianato stima che siano 12,1 milioni gli italiani a scegliere consapevolmente prodotti a chilometro zero. Una tendenza che rafforza il ruolo delle microimprese artigiane.

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