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UNESCO

La nostra cucina è patrimonio mondiale

E' la prima tradizione gastronomica riconosciuta nella sua interezza.

La nostra cucina è patrimonio mondiale

La cucina italiana è stata ufficialmente iscritta nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco, diventando la prima tradizione gastronomica riconosciuta nella sua interezza. La decisione è arrivata a Nuova Delhi, dove il Comitato intergovernativo ha approvato la candidatura “Cucina italiana fra sostenibilità e diversità bio-culturale”, accolta con un lungo applauso dalla delegazione italiana guidata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.

La candidatura, presentata nel 2023 dal Collegio Culinario insieme a Casa Artusi, Accademia della Cucina Italiana e alla rivista La Cucina Italiana, puntava a valorizzare principi come la lotta allo spreco alimentare e l’uso responsabile delle risorse. L’Unesco ha riconosciuto non solo ingredienti e ricette, ma anche il valore della cucina come rito collettivo, pratica quotidiana e parte integrante della cultura dei territori. È la prima volta che una tradizione culinaria viene premiata nella sua globalità, superando l’approccio del passato basato su singole tecniche o specialità.

Con questo ingresso, salgono a venti gli elementi italiani presenti nella Lista del patrimonio immateriale, accanto alla Dieta Mediterranea, alla Vite ad alberello di Pantelleria, all’Arte del pizzaiuolo napoletano e alla Cerca e cavatura del tartufo. Per Roma si tratta di un riconoscimento che evidenzia la natura inclusiva e sostenibile della cucina italiana, capace di preservare biodiversità, unire comunità diverse e raccontare la ricchezza culturale del Paese.

Nel suo intervento, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito la decisione dello scorso 10 dicembre “uno storico riconoscimento che celebra la nostra identità”, sottolineando l’orgoglio con cui l’Italia accoglie l’ingresso della propria tradizione gastronomica nella prestigiosa lista internazionale. Tajani, intervenuto alla sessione indiana, ha parlato di un risultato frutto di un “gioco di squadra” e ha ricordato come la cucina italiana sia anche “salute, innovazione e volano di crescita”, con un export agroalimentare che nel 2024 ha toccato i 68 miliardi di euro, in aumento rispetto all’anno precedente.

Le celebrazioni in Italia si sono concentrate a Roma, dove il Colosseo è stato illuminato in collaborazione con Enel e dove l’Auditorium Parco della Musica ha ospitato una grande serata artistica dedicata alla tradizione gastronomica nazionale. L’evento, aperto da un testo recitato da Claudia Gerini, ha intrecciato musica, performance e testimonianze, con la partecipazione dei cori dell’Antoniano e di Caivano insieme ad Al Bano, e un momento solenne dedicato all’Inno di Mameli, interpretato dal tenore Alessandro Scotto di Luzio. Il concerto dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretto da Simone Genuini, ha attraversato Rossini, Verdi, Puccini e Čajkovskij, chiudendosi con il simbolico Oh Happy Day eseguito da Manuel Meledina e dal coro della Peparini Academy.

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