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I DATI

L’occupazione rallenta ma la disoccupazione scende

Aumentano ore lavorate e costo del lavoro

L’occupazione rallenta ma la disoccupazione scende

Nel terzo trimestre il mercato del lavoro italiano mostra un quadro misto: il numero degli occupati diminuisce, ma il tasso di disoccupazione scende al 6,1%, due decimi in meno rispetto ai tre mesi precedenti. L’Istat segnala contestualmente un aumento del tasso di inattività, ora al 33,3%. Su base non destagionalizzata la disoccupazione rimane stabile al 5,6%, in linea con lo stesso periodo del 2024.

L’input di lavoro utilizzato dal sistema economico, misurato attraverso le ore lavorate, cresce dello 0,7% sul trimestre e del 2% sull’anno. A fronte di questa intensificazione, gli occupati stimati al netto della stagionalità scendono lievemente a 24 milioni 102 mila. Diminuiscono i lavoratori a termine, stabili quelli a tempo indeterminato e in aumento gli indipendenti. Il tasso di occupazione si ferma al 62,5%, con una leggera contrazione che riguarda soprattutto uomini, giovani e aree centro-settentrionali; cresce invece tra i 50-64enni.

Nell’industria e nei servizi le posizioni lavorative dipendenti aumentano dello 0,4%, ritmo che si conferma anche per i full time e che risulta leggermente inferiore per il part time. Su base annua la crescita dell’occupazione dipendente raggiunge l’1,6%, trainata soprattutto dalla componente a tempo pieno. Le ore lavorate per dipendente aumentano dell’1% sul trimestre e dell’1,3% sull’anno, mentre le ore di cassa integrazione si riducono lievemente.

Sul fronte dei costi, l’indice destagionalizzato del costo del lavoro per Ula cresce dello 0,8%, spinto sia dalle retribuzioni sia dai contributi sociali. Su base annua l’aumento raggiunge il 3,3%, con un incremento dei contributi del 4,8%. Il tasso di posti vacanti, pari all’1,8%, sale di un decimo rispetto al trimestre precedente ma rimane più basso rispetto al 2024.

I dati non destagionalizzati confermano un aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+121 mila su base annua) e degli indipendenti (+114 mila), dinamica che compensa il netto ridimensionamento dei lavoratori a termine. Crescono anche gli occupati a tempo pieno, mentre cala in modo marcato il part time.

Un segnale rilevante arriva dalla componente inattiva: gli scoraggiati diminuiscono del 27,2%, scendendo a 724 mila persone. Il totale degli inattivi tra i 15 e i 64 anni si riduce lievemente a 12 milioni 498 mila, con un calo significativo tra chi è in pensione o non interessato a lavorare. Aumentano invece gli inattivi per motivi di studio, familiari e coloro in attesa di esiti da precedenti ricerche di lavoro.

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