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Granchio blu, Legacoop risponde

Dagli aiuti, ai recinti sperimentali fino alle collaborazioni con biologi per rilanciare il comparto

Granchio blu, Legacoop risponde

Un comparto in ginocchio ma deciso a non arrendersi. Nella sede della cooperativa Fra Pescatori dell'Adriatico si è svolto ieri un incontro operativo che segna un nuovo passo nella strategia di risposta all'emergenza granchio blu. Presenti per Legacoop Veneto Mirko Pizzolato e Antonio Gottardo.

L'iniziativa rientra nell'ambito del progetto sostenuto da Coopfond, fondo mutualistico di Legacoop, che ha destinato 50mila euro a fondo perduto alla Cooperativa dell'Adriatico e altrettanti al Consorzio Pescatori di Goro per avviare nuove sperimentazioni e realizzare impianti di difesa e produzione, in particolare per le vongole veraci. “Quando una cooperativa entra in difficoltà, soprattutto in una crisi enorme come quella causata dal granchio blu, Legacoop deve mettersi a disposizione”, ha esordito Pizzolato, ricordando come Coopfond, alimentato dal contributo del 3% degli utili di tutte le cooperative aderenti, rappresenti uno strumento unico nel panorama economico italiano.

“I 50mila euro non risolvono i problemi, ma sono un aiuto concreto per uscire dal caos. Questo sostegno arriva dal lavoro di altre cooperative, dalle più piccole alle più grandi. È il nostro modello di mutuo soccorso. La vostra volontà di sperimentare merita di essere premiata. L'innovazione che state cercando, per tenere il granchio fuori dai recinti senza compromettere la marginalità di prodotto, è un passo non comune nel settore ittico”. Gottardo ha allargato lo sguardo al quadro strategico complessivo.

“Questa crisi rischiava di mettere in discussione l'intero modello cooperativo. Ma la cooperazione, di fronte alle difficoltà, risponde unendo le forze. Abbiamo lavorato su tre fronti. Il sostegno di Coopfond, la partecipazione ad un bando regionale, i cui decreti di assegnazione arriveranno entro la prossima settimana e i relativi bonifici nei primi 15 giorni di gennaio, e il progetto del centro servizi operativo in Cooperativa Adriatico, finanziato dal Gac Chioggia e Delta Po per i prossimi due anni”. Una strategia che, secondo Gottardo, dovrà portare a un vero rilancio strutturale: “Niente sarà più come prima, possiamo vivere di ricordi. Nel 2026 dovremo sederci tutti attorno a un tavolo per costruire un piano di rilancio del settore. Partiamo da basi solide, continuiamo insieme”.

Il presidente della cooperativa Fra Pescatori dell'Adriatico, Cristiano Passarella, ha illustrato i contenuti operativi del progetto: “A metà gennaio partiranno i lavori per il nuovo recinto sperimentale. Utilizzeremo pali in plastica invece che in ferro, reti più resistenti, e collaboreremo con il biologo del consorzio. L'impianto coprirà due ettari nella Sacca di Scardovari e per la fine del 2026 contiamo di essere in produzione”. La cooperativa dispone già di 4 ettari recintati, da cui sono stati ottenuti quest'anno 500 quintali di vongole, un risultato importante nonostante il contesto difficilissimo.

Ma Passarella non nasconde le difficoltà sociali: “Abbiamo 150 soci, ma ne abbiamo persi 100 negli ultimi due anni. E temiamo ulteriori perdite. Questo progetto è un aiuto per i nostri pescatori, un segnale che non vogliamo lasciare nessuno indietro”. Il progetto presentato incarna i principi della Blue Economy e della cooperazione sostenibile promossi da Legacoop e Coopfond: sostenibilità economica, sociale e ambientale, innovazione tecnologica, creazione di filiere commerciali e tutela della biodiversità. I risultati delle sperimentazioni saranno condivisi con le leghe territoriali Estense e Veneto e messi a disposizione dell'intero sistema cooperativo, compreso il consorzio Pescatori di Goro. Un modello che, nelle parole di tutti i partecipanti, vuole trasformare la crisi del granchio blu in un'occasione per rinnovare il settore, rilanciare la produzione locale e salvaguardare il lavoro dei pescatori del Delta.

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